Semaforo rosso da parte delle Entrate circa la possibilità di includere in un Pir alternativo sia i contratti di associazione in partecipazione di capitale, sia gli strumenti finanziari dotati di carried interest.
Come riportato da Il Sole 24 Ore, sono queste le risposte 382 e 383 di ieri, mercoledì 12 luglio. In particolare, nella risposta n. 382, l’istante vorrebbe includere nel Pir alternativo tre contratti di associazione in partecipazione di solo capitale, da ricomprendere fra gli investimenti qualificati nell’ambito della quota obbligatoria. La risposta n. 383 invece riguarda un Pir alternativo costituito da una società lussemburghese Alfa che gestisce un Fia che investe in iniziative di private equity.
L’Agenzia ha ricordato che la disciplina del Pir serve a canalizzare il risparmio delle famiglie verso l’economia reale, mentre quella del carried interest mira ad allineare gli interessi di manager e investitori. Da capire, quindi, se fra gli investimenti rilevanti dei Pir possano includersi le azioni provviste di carried interest. Per le Entrate, però, le citate due finalità risultano confliggenti.
Le azioni dotate di carried interest non possono quindi beneficiare della detassazione speciale prevista per i Pir. Se le condizioni del carried interest sono integrate i redditi saranno finanziari, ma la loro completa detassazione – che i Pir garantirebbero – non è accordata.