Come riporta Il Sole 24 Ore, in ambito assicurativo, la raccolta netta Vita dei primi nove mesi del 2023 è stata negativa per 15 miliardi, con una forte impennata del tasso di riscatto tra marzo e maggio che ha determinato questo fenomeno. A dirlo è stata la presidente dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), Maria Bianca Farina, intervistata nel corso dell’Insurance Summit 2023, che ha analizzato l’attuale contesto economico di enorme incertezza in cui aumenta la domanda di protezione da parte delle imprese e dei cittadini.
Nel corso dell’anno, però, l’andamento ha comunque registrato anche segnali di ripresa: “Fortunatamente, da giugno, il tasso di riscatto ha iniziato a mostrare un rallentamento, più marcato per le polizze garantite” ha detto Farina. “Insieme a questo rallentamento dei riscatti, si è registrata una ripresa della nuova produzione di polizze tradizionali: nei primi nove mesi dell’anno, la nuova produzione è risultata in calo a livello globale di 3,7% rispetto al 2022, ma con un andamento molto diverso tra i vari rami”.
Alla luce del rialzo dei tassi, quindi, è stato possibile osservare come a fine settembre il saldo delle plusvalenze nette fosse pari a -47 miliardi, di cui 13 miliardi nel comparto non durevole, registrando un valore analogo a quello di dicembre 2022.
“Per quanto riguarda i rami Danni, stimiamo un valore di raccolta 2023 pari a 39 miliardi, in crescita di oltre l’8,5% rispetto all’anno precedente” ha continuato la presidente. “In generale si tratta di un momento complesso, ma l’industria mostra una solidità crescente nonostante le difficoltà del momento”.
Presente alla manifestazione anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha lanciato un appello agli assicuratori, chiedendo di comprare più Btp :”Il sostegno del sistema assicurativo al debito pubblico in Italia è più importante di quanto accada in altri Paesi e lo sarà ancora di più nei prossimi due anni, quando dovremo rinnovare una parte consistente dei Titolo di Stato. Invito il sistema assicurativo a continuare a fare la sua parte, e se è possibile a incrementare l’azione quando nei prossimi anni lo Stato dovrà rinnovare il proprio debito”.
Secca è arrivata anche la risposta di Philippe Donnet, ceo di Generali: “Siamo un interlocutore, ma non ci si può ricordare del settore assicurativo solo quando c’è bisogno” ha precisato.