In un mondo in rapida evoluzione, la necessità di infrastrutture durevoli e sostenibili non è mai stata così importante. Le infrastrutture private svolgono un ruolo unico nel futuro sviluppo economico e sociale del mondo. Oggi le infrastrutture private coprono un’ampia gamma di settori come energia, trasporti, e infrastrutture digitali e sociali. L’ampio raggio d’azione, i trend secolari e la resilienza sono alla base dell’investimento in infrastrutture come un bene rifugio stabile per gli investitori a livello globale.
Consapevole di questa domanda, UBS Asset Management ha deciso di ampliare la propria gamma di prodotti nelle infrastrutture private con il lancio di UBS (Lux) Infrastructure Opportunities (UBS-INO) al fine di cogliere le opportunità di investimento a livello globale. UBS-INO investe in un portafoglio globale ampiamente diversificato di attività infrastrutturali non quotate di qualità istituzionale, abbinate a un interessante profilo di liquidità.
UBS-INO è stato concepito come un ELTIF (European Long Term Investment Fund) in conformità all’aggiornata direttiva UE ELTIF 2.0. Il rendimento target del fondo è dell’8-10% annuo al netto di costi e commissioni.
Giacomo Cristofori, Head Italy and Iberia Investment Sales Specialist, UBS AM Real Estate & Private Markets, ha commentato: “Il nostro ELTIF sulle infrastrutture offre agli investitori privati l’accesso a un portafoglio diversificato a livello globale di asset infrastrutturali non quotati di qualità istituzionale. Storicamente i real asset hanno mostrato una bassa correlazione con i titoli azionari quotati, una caratteristica che risulta particolarmente interessante nei periodi di volatilità dei mercati. Gli asset infrastrutturali, in particolare, sono più resilienti alla volatilità macroeconomica e beneficiano degli stimoli politici e strutturali. Rappresentano inoltre un’opportunità interessante per trarre vantaggio dai cambiamenti strutturali e beneficiare dei trend legati alla sostenibilità di lungo termine, come la decarbonizzazione, la digitalizzazione e il cambiamento demografico”.