Il ceo dell’area Emea della casa di gestione ha incontrato i giornalisti a Londra delineando le prospettive le strategie di sviluppo, tra Esg ed Exchange traded fund gestiti attivamente
Volatilità dei listini, tensioni geopolitiche e incertezza macroeconomica. Nonostante il quadro internazionale sia pieno di chiaroscuri, Patrick Thomson (nella foto), numero uno per l’area Emea di J.P. Morgan Asset Management, non ha dubbi: per il risparmio gestito e i gestori attivi c’è all’orizzonte uno scenario assai favorevole.
Thomson ha espresso le sue posizioni durante l’incontro annuale della società con la stampa europea, in programma a Londra il 19 e 20 maggio. “La volatilità scatenata dal cosiddetto Liberation Day di Donald Trump ha riacceso i riflettori sull’importanza di investire con una prospettiva di lungo periodo”, ha dichiarato Thomson, aprendo i lavori nella suggestiva cornice del Victoria Embankment, nella City di Londra. “Non è mai stato così urgente avere obiettivi chiari e strategie di ampio respiro”.
Secondo il manager, il momento è particolarmente favorevole anche per rilanciare il ruolo dell’investimento attivo. “Quando lo scenario si fa incerto”, ha spiegato Thomson, “è più semplice far comprendere a clienti e investitori cosa significhi davvero gestire il rischio. Significa diversificare, esplorare soluzioni alternative, aprirsi agli Etf attivi. Proprio gli Etf attivi trovano grande spazio nelle strategie di espansione di JPAM che ha dedicato a questa categoria di prodotti una specifica sessione del suo media summit. Ma anche continuare a puntare con decisione su strategie sostenibili, che in Europa restano centrali”.
E nonostante i dubbi che circolano in alcune aree del mercato, per Thomson i grandi fondi pensione del continente non hanno mai messo in discussione l’approccio Esg. “L’orientamento al Net Zero è più che mai attuale. Noi non investiamo i nostri soldi, investiamo le risorse che appartengono ad altri. Per questo, secondo Thomson, la di una grande casa di gestione internazionale è rispondere ai bisogni dei clienti, non alle mode del momento”.
Infine, una riflessione sul ruolo sistemico del settore: “Il mondo della gestione è un motore di cambiamento. Lavorando fianco a fianco con investitori e decisori politici, possiamo contribuire a indirizzare il capitale verso progetti sostenibili e a lungo termine. E il terreno in Europa è fertile: Francia, Germania e Italia stanno adottando politiche pensate proprio per attrarre capitali globali”.