In un contesto economico incerto e sfidante, i fondi di private equity e venture capital nordamericani stanno volgendo lo sguardo oltre confine per raccogliere nuovi capitali. È quanto emerge da una nuova ricerca commissionata da Ocorian, fornitore globale di servizi per asset e fondi, secondo cui una parte crescente del settore è alla ricerca di investitori in nuove geografie per contrastare la contrazione dei capitali sul mercato interno.
Secondo lo studio condotto su dirigenti senior statunitensi e canadesi di fondi mid-market, che complessivamente gestiscono asset per 335,25 miliardi di dollari, il 50% degli intervistati afferma che quest’anno è diventato più difficile raccogliere capitali rispetto al precedente. Le principali barriere? Aumentata due diligence (indicata dal 75%) e incertezza normativa (69%). Ma non solo: il 61% denuncia una crescente avversione al rischio da parte degli investitori.
Di fronte a queste difficoltà, il 93% dei gestori intervistati prevede di attrarre capitali da nuove aree geografiche nei prossimi due-cinque anni. Di questi, il 24% ha già avviato strategie di raccolta in regioni che storicamente non avevano mai investito nei loro fondi. I mercati emergenti più promettenti? Il Medio Oriente è in cima alla lista: il 57% prevede interesse da quest’area per la prima volta. Seguono il Canada (52%), Australia e Nuova Zelanda (36%), Lussemburgo (33%) e l’Europa (escludendo Lussemburgo e Irlanda) con il 29%.
La diversificazione geografica va di pari passo con quella degli investitori. I fondi nordamericani prevedono una crescita significativa di capitali provenienti da fondi pensione, compagnie assicurative, gestori patrimoniali, family office (99%), fondi sovrani (99%) e individui ad alto e altissimo patrimonio (96%). Circa due terzi degli intervistati (67%) si aspettano un aumento del 10% o più del capitale raccolto dai fondi pensione, mentre il 65% prevede lo stesso incremento dai family office.
Tuttavia, questa apertura verso nuovi capitali non nasce sempre da una scelta strategica volontaria: il 98% riconosce che le attuali condizioni economiche negli Stati Uniti stanno fortemente influenzando la decisione di rivolgersi agli investitori esteri. Più della metà (56%) lo sta facendo con riluttanza, mentre il 23% considera questa strategia solo come una misura temporanea.
Lo scenario delineato dalla ricerca Ocorian mostra un settore in trasformazione, costretto a rivedere rotte e target in risposta a una realtà economica sempre più complessa. Un cambiamento che, se ben gestito, potrebbe aprire nuove opportunità di crescita per i fondi nordamericani su scala globale.