Amundi, cosa cambierà con l’elezione di Donald Trump…e cosa non cambierà

COSA CAMBIERA CON TRUMP – Con l’elezione di Donald Trump come nuovo presidente americano gli investitori si chiedono cosa cambierà nei prossimi mesi. Il maggior interrogativo riguarda quanto sarà diversa la politica economica americana, in particolare la politica di bilancio e quella fiscale. “Sappiamo che sono previsti tagli delle tasse e un rilancio delle spese infrastrutturali”, spiega Philippe Ithurbide, Global Head of Research, Strategy and Analysis, “e che l’impatto sul deficit potrebbe essere pesante se sarà attuato il programma annunciato da Trump durante la campagna elettorale, con conseguenze facilmente immaginabili sui tassi lunghi, sul debito pubblico … e sulla politica monetaria. Tra le altre incognite figura il protezionismo. Il Congresso USA non appoggerà incondizionatamente il nuovo presidente su questi temi: di certo non vede di buon occhio pesanti deficit di bilancio ed è piuttosto favorevole al libero scambio”.

QUESTIONI DI INCERTEZZA – Tuttavia, anche se i cambiamenti saranno moderati rispetto a quanto annunciato in campagna elettorale, sarebbe un errore escludere a priori cambiamenti significativi. La vittoria di Donald Trump apre quindi molti scenari inesplorati, e in questa fase il rischio di un cambiamento sostanziale della politica economica, con un peggioramento del deficit, non è marginale. “Dovremo comunque attendere almeno un paio di mesi prima di ricevere qualche risposta a queste domande (insediamento il 20 gennaio, poi discussioni in seno al Congresso). Abbiamo analizzato ciò che non cambierà con l’elezione di Trump, ma anche gli elementi d’incertezza riguardo a questioni chiave come l’impatto sui tassi lunghi, sui mercati emergenti e sulla politica monetaria”, ha aggiunto l’esperto.

ASSET ALLOCATION – Quali saranno quindi le conseguenze per l’asset allocation? “Nel complesso, l’elezione di Trump non cambia radicalmente molte delle tematiche esaminate. Negli ultimi anni, tuttavia non va sottostimata l’influenza del futuro governo sulla direzione delle politiche fiscali e di bilancio. Anche se i cambiamenti apportati da Trump, una volta eletto, saranno minori di quelli da lui annunciati in campagna elettorale, saranno tuttavia sufficienti per cambiare la configurazione dei mercati perlomeno per alcuni mesi”, ha sottolineato Ithurbide. “Per quanto riguarda le obbligazioni la situazione politica europea ci ha già spinto a ridurre la quota di rischio nei nostri portafogli, soprattutto per i paesi periferici della zona Euro. Manteniamo questo approccio. Per le azioni è da preferire gli Usa all’Europa e ai paesi emergenti. Per le valute, infine, bisogna mantenere una posizione lunga sul dollaro”, ha concluso l’esperto di Amundi.

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