Franklin Templeton: mercati emergenti, cosa ci attende nel 2017

AZIONI COLPITE – I mercati emergenti hanno iniziato il 2016 deboli, con le azioni colpite dalle preoccupazioni sull’economia cinese e la caduta dei prezzi del petrolio, spiegano Stephen H. Dover, cfa, managing director e chief investment officer di Templeton Emerging Markets Group and Franklin Local Asset Management, Franklin Templeton Investments e Mark Mobius, Ph.D., executive chairman di Templeton Emerging Markets Group. Tuttavia, durante il corso dell’anno, fattori positivi si sono affermati nel sentiment degli investitori, portando a un rafforzamento dei mercati emergenti e a forti fondamenta per le azioni dei mercati emergenti nel 2017.

PROGRESSI IN VISTA – A seguito dei recenti miglioramenti ci aspettiamo che i progressi dal punto di vista macroeconomico proseguano nel 2017. Questo dovrebbe preannunciare opportunità di crescita top-line e previsioni di profitto per le azioni dei mercati emergenti. Crediamo che, mentre la crescita del PIL in un certo numero di mercati emergenti abbia preso piede, è verosimile che nei prossimi anni potremmo vedere ulteriori progressi in considerevoli economie come la Russia e il Brasile. Le economie di questi due paesi sono ancora in contrazione ma stanno migliorando la loro traiettoria e potrebbero significativamente influenzare il tasso di crescita dell’intero gruppo se continuassero a progredire. Nel frattempo, la crescita della Cina, che è stata una preoccupazione chiave per molti osservatori, ha mostrato segni di stabilità e rimane a forti livelli rispetto alla maggior parte delle altre maggiori economie. Nel terzo trimestre del 2016, la crescita anno su anno del PIL del paese ha raggiunto un tasso del 6,7%, che è in linea con il ritmo dei precedenti due trimestri, sottolineano Dover e Mobius.

CRESCITA SOSTENUTA – Nel complesso, ci aspettiamo di vedere una crescita del PIL per i mercati emergenti nel 2017 a livelli forti e in accelerazione, marcatamente al di sopra del tasso previsto per i mercati emergenti, spiegano i due analisti. I paesi dei mercati emergenti sono ancora lontani dai paesi sviluppati quando si parla di PIL pro-capite e di conseguenza continuiamo ad aspettarci solide aspettative di crescita nel lungo termine. Ulteriori fattori economici sono, a nostro avviso, importanti per un probabile ulteriore rafforzamento dei mercati emergenti. Innanzitutto, come gruppo, le economie manifatturiere sono generalmente tornate in una posizione di surplus delle partite correnti, mentre ci sono anche stati progressi nel ridurre il deficit dei paesi esportatori di materie prime. Secondariamente, il rapporto debito/ PIL dei paesi emergenti è generalmente al di sotto di quello dei paesi sviluppati, fornendo più stabili e, crediamo, più sostenibili fondamenta per l’economia. Infine, il differenziale dei tassi di interesse tra i due gruppi è ampio, dando alle banche centrali dei mercati emergenti maggiore flessibilità di manovra, se necessario, in futuro.

CACCIA AI RENDIMENTI – La “caccia ai rendimenti” è una terminologia frequentemente utilizzata negli anni recenti, eppure la questione rimane centrale per molti operatori sui mercati. Con tassi di interesse bassi e negativi sull’obbligazionario governativo globale, continuiamo ad aspettarci che gli investitori guardino all’azionario dei mercati emergenti date le prospettive di rendimento future. Per esempio, il rendimento da dividendo è stato del 2.5% al 31 ottobre 2016 per l’MSCI Emerging Markets Index. Da inizio anno i flussi nei mercati emergenti sono stati positivi, parzialmente grazie all’aspettativa di un income interessante. Tuttavia, questo segue un triennio di deflussi e quindi ulteriori movimenti sui mercati emergenti potrebbero essere un altro trend da tenere sotto controllo nel 2017.In termini di valutazioni, l’indice MSCI Emerging Markets ha scambiato a un significativo sconto rispetto all’MSCI World Index per esempio in termini di multipli prezzo-utili (price-to-earnings). Il trend di crescita degli utili è migliorato notevolmente nel corso del 2016 e ci aspettiamo che questa inversione di rotta possa proseguire, con le economie e i fondamentali societari che si stanno stabilizzando nelle varie asset class, conclude la nota.

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