Carmignac: il giusto approccio ai mercati obbligazionari

Di seguito una nota della casa di gestione Carmignac sulle strategie attuabili oggi nel settore obbligazionario.

I mercati sono alla ricerca di una nuova direzione. Gli interventi delle Banche Centrali a sostegno dell’economia reale, che rimane debole, e dei prezzi degli asset finanziari stanno perdendo efficacia. “La recente tendenza generale incentrata su politiche fiscali più espansionistiche”, scrivono in una nota gli esperti di Carmignac, “sembra ora essere il nuovo faro dei mercati. Inoltre gode dell’approvazione dell’opinione pubblica e ben si adatta ai crescenti vincoli a cui devono soggiacere le Banche Centrali. Le elezioni negli Stati Uniti hanno segnato una tappa decisiva di questa transizione. La prossima riguarderà i paesi europei, molti dei quali dovranno affrontare scadenze elettorali nel 2017. In tale contesto, il ciclo economico, caratterizzato da un miglioramento globale della crescita e delle aspettative inflazionistiche, la transizione già in corso da una politica di sostegno monetario a una basata sugli stimoli fiscali e gli scenari di instabilità politica rappresentano una sfida per gli investitori che intendono ricavare performance dai mercati obbligazionari, controllandone nel contempo i rischi.

Il principale rischio per il 2017, scondo gli esperti di Carmignac, è rappresentato da un repentino aumento dei tassi di interesse. Occorre quindi una gestione obbligazionaria flessibile e priva di vincoli (unconstrained), con un margine di manovra abbastanza ampio da permettere di affrontare mercati difficili e allo stesso tempo cogliere le opportunità che si presenteranno a livello globale. Il fondo Carmignac Portfolio Global Bond ha proprio l’obiettivo di destreggiarsi con successo in quest’era turbolenta. La filosofia di gestione del fondo (flessibile, basata sulle convinzioni e non correlata a un indice) ha inoltre generato solidi rendimenti sul lungo termine.

  • La prima parte dell’anno è stata contrassegnata da una duration elevata ai tassi core, un’attenta selezione del debito emergente e interessanti opportunità nel settore delle Clo (Credit Loan Obligation) europee e delle obbligazioni bancarie subordinate europee.
  • Nella seconda parte dell’anno, la strategia core è stata caratterizzata da posizioni short sui Titoli di Stato tedeschi e statunitensi.

Nel primo semestre dell’anno, per tutelarsi dal rischio di disinflazione in molte economie sviluppate, il Fondo ha adottato una duration modificata elevata, compresa essenzialmente tra 7 e 10 sui Titoli di Stato tedeschi, statunitensi, australiani e neozelandesi. Il fondo è stato favorito dal deciso calo dei rendimenti in questi paesi. Anche l’esposizione significativa al dollaro e allo yen, volta a proteggersi dall’avversione al rischio sui mercati finanziari, si è rivelata vincente. Dopo la forte discesa dei tassi di interesse nel primo semestre dell’anno, abbiamo significativamente diminuito i rischi del portafoglio riducendo la duration modificata globale attraverso posizioni short sui tassi tedeschi e statunitensi, riducendo l’esposizione ai Titoli di Stato periferici europei e aumentando la liquidità. Per i prossimi mesi gli esperti di Carmignac di attendono un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti più esteso rispetto ai dati del consensus, mentre le politiche potenzialmente protezionistiche e di allentamento fiscale messe in atto da Regno Unito, Giappone e Stati Uniti potrebbero a breve termine far aumentare i tassi del segmento lungo della curva. I gestori hanno acquistato Tips negli USA e curato attivamente l’esposizione del portafoglio alle valute rifugio per affrontare i periodi di maggiore volatilità.

L’approccio opportunistico e basato sulle convinzioni di Carmignac Portfolio Global Bond è stato incentrato soprattutto sulla ricerca di premi per il rischio interessanti nei paesi emergenti, specialmente nel segmento del debito locale. Il debito emergente sembra ancora offrire opportunità degne di nota, grazie alla stabilizzazione economica della Cina, il rimbalzo dei prezzi delle materie prime, un miglioramento della bilancia delle partite correnti in alcuni paesi e la presenza di rendimenti sempre più allettanti rispetto a quelli dei paesi sviluppati. Per quanto riguarda il credito, il fondo ha mantenuto l’esposizione al debito subordinato delle banche europee e alle Clo europee durante tutto l’anno. Il credito bancario europeo dei leader nazionali, secondo i gestori, dovrebbe infatti sovraperformare perché la riforma del sistema bancario in corso da diversi anni, che impone agli istituti di ridurre l’indebitamento e il rischio, concorre a limitare l’eccessivo sconto sistemico degli spread del settore. In particolare, la transizione delle politiche bancarie da un sistema di salvataggi finanziati dai contribuenti a uno di ristrutturazioni e risoluzioni finanziato da creditori non garantiti dovrebbe far aumentare la differenziazione del rischio bancario e la ricerca della qualità. Inoltre, l’ingresso della Bce in un mercato del credito corporate non bancario investment grade dell’Eurozona (già di per sé caro) dovrebbe costringere gli investitori a riposizionarsi sulle tematiche bancarie preferite dai gestori di Carmignac. Infine, relativamente al segmento delle Clo europee, i vincoli normativi e i postumi delle crisi consentono di trarre vantaggio dai livelli molto interessanti degli spread, tenuto conto dell’assenza pressoché totale di situazioni pregresse di default.

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