Hedge & Classifiche: i gestori più pagati al mondo

Il 2008 è stato l’anno del crollo delle Borse? Nessun problema, nel mondo alternativo c’è sempre qualcuno capace di approffittare del bello e del cattivo tempo, riuscendo a fare soldi quando tutto il mondo finanziario crolla a pezzi.

Si tratta dei gestori hedge, individui che operano pressochè su tutti i mercati azionari, su qualsiasi valuta, metallo e obbligazione di cui ci sia conoscenza. Anche quest’anno la rivista Alpha Magazine ci ha voluto regalare la classifica di quei manager che lo scorso anno hanno incassato le maggiori commissioni di performance, una voce che compare solo nei bilanci di quei fondi che hanno segnato performance positive (una rarità nel 2008).

Scorrendo la classifica, la prima differenza rispetto al 2007 sta nell’entità delle ‘vincite’: se infatti nel 2007 i primi sei gestori avevano ammassato almeno un miliardo di dollari cadauno (Steve Cohen arrivò a 900 milioni per l’esattezza) quest’anno i miliardari sono solo quattro (Simons, Paulson, Arnold e Soros).

Per quanto riguarda i nomi, in testa alla classifica compaiono i soliti noti con Jim Simons di Reneissance Technologies che spodesta tutti salendo sul gradino più alto con la stratosferica cifra di 2,5 miliardi di dollari di guadagni. Segue John Paulson (2 miliardi di dollari) che lo scorso anno era riuscito nell’impossibile guadagnando sul crollo dei titoli subprime e mettendosi in tasca 2,9 miliardi di dollari. Non mostra segni di cedimento l’ungherese di ferro George Soros. Lo scorso anno ”The man who borke the pound” si piazzò secondo nella classifica dei più pagati del mondo mentre quest’anno è arrivato ‘solo’ quarto con 1,1 miliardi di dollari.

Tra i grandi esclusi di quest’anno alcuni veterani dell’industria hedge e tra i più giovani del mercato. Steve Cohen di Sac Capital, Ken Griffin di Citadel e Phil Falcone di Harbinger escono dalla top ten dei più pagati, a dimostrazione che la fortuna, almeno negli hedge, è molto democratica.

Dietro una tale esclusione ci sono le deludenti performance dei fondi (in media lo scorso anno gli hedge hanno segnato un calo del 20%) cosa che ha costretto molte società a chiudere l’anno flat o addirittura negative, lasciano così a bocca asciutta clienti e ovviamente gestori che ora dovranno raggiungere di nuovo l’high water mark (ovvero l’obbligo di recuperare le perdite pregresse prima di poter applicare nuovamente le commissioni di performance sui fondi in gestione) prima di rivedere il tanto amato colore dei soldi.

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