Hedge Fund: i manager sono tornati al lavoro

I gestori hedge hanno sperimentato uno dei peggiori anni della loro storia e l’industria esce dal 2008 praticamente dimezzata.

“Le masse gestite dai fondi sono precipitate a 1,3 trilioni di dollari ma entro la fine dell’anno, il patrimonio si attesterà intorno al trilione. Quasi il 30% dei gestori ha chiuso i battenti ma proprio in momenti come questi, il ricambio generazionale favorirà il rinnovamento e la ripartenza dell’industria”. Con queste parole Henry Smith, editor di FT Global Events, apre la giornata di lavori a Milano. Ospiti Florence Barjou (foto), senior portfolio manager di Lyxor AM; Thomas Manuel, head of even driven desk (Lyxor Hedge Fund Research and Selection Team) e Randy Freeman, chief investement officer di Centaurus Capital.

Secondo la Barjou, “non è ancora il momento per prendere posizione direzionali verso una singola asset class ma l’attuale struttura del mercato offre delle opportunità di valore”. Secondo il portfolio manager, le occasioni maggiori si troveranno nel mercato del credito, dove la liquidità è tornata solo in parte e per questo si trovano delle occasioni, comprando asset di qualità.

“Il fattore paura è sceso di molto rispetto i massimi del settembre 2008 – spiega Thomas Manuel, capo del desk event driven – cosa che ha sostenuto il rally di primavera.”

A livello di singole strategie, il manager, sottolinea come sia calata la correlazione tra le diverse strategie utilizzate dai gestori: un fenomeno che nel panico di fine 2008 aveva generato perdite praticamente simili su tutti i fondi alternativi (con l’eccezione di CTAs e Short Sellers). Un altro fattore positivo, sempre da un’ottica hege, è la scomparsa di alcuni operatori del passato come investment bank e prorietary desk: uno spazio vuoto che verrà colmato dai gestori alternativi che così potranno operare su più idee di investimento evitando i “crowded trades” degli scorsi anni.

Anche il ricorso al leverage (sceso ai minimi storici negli ultimi mesi) sta lentamente riconquistando spazio, segnale della fiducia dei gestori sulle scelte  di investimento. L’outlook sulle strategie parte dalla considerazione che ytd le strategie sbilanciate sul credito hanno capitalizzato i migliori guadagni mentre a soffrire sono stati soprattutto CTA (penalizzati da una bias short) e gestori short. Per il futuro il vecchio stock picking basato sui fondamentali e mercato del credito dovrebbero dare buone soddisfazioni.

Chiude la tavola rotonda Randy Freeman, chief investement officer di Centaurus Capital. Il fondo è uno dei più importanti operatori del mercato risk arbitrage, un segmento molto vasto che interessa tutte le operazioni che riguardano le aziende: dall’emissione di nuove azioni, a fusioni, delisting, ecc.

Freeman dice dal default di Lehman Brothers sono state annunciate quasi 5.000 operazioni per un controvalore di 1 trilione di dollari. Il mercato presenta quindi un’ottima liquidità e lo spread tra i titoli del settore ha raggiunto livelli mai visti.

Tra i drivers che potranno sostenere le operazioni in cui operano gli arbitraggisti, Freeman vede avvantaggiate le società con i bilanci a posto pronte a fare acquisizioni; importante invece monitorare le realtà più piccole, quelle a gestione semi familiare, dove la necessita di cristallizzare il cash flow spesso porta al riacquisto delle minorities delle società quotate con relativo delisting. Contrariamente, i soci di aziende pesantemente indebitate o che hanno fatto uso del leverage, dovranno per forza cedere parte delle loro quote per raccogliere mezzi freschi.

Rrimane un alone di incertezza sull’industria alternativa, scottata dai miliardi di dollari di riscatti ma confortata dalle capacità dei manager e dalle occasioni che ogni crisi finanziaria porta con se. Occasioni che vanno sfruttate nel tempo e con le giuste precauzioni per evitare gli ecessi del passato.

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