Wealth management 'low cost' con Alan Miller

“Secondo la mia esperienza diretta, la maggior parte dei clienti delle strutture di wealth manager hanno ricevuto un pessimo servizio negli ultimi anni e quando il mercato è cominciato a crollare, questo è stato ancora più evidente” ha dichiarato Alan Miller (foto).

Non è nuova la polemica circa le reali capacità delle società di wealth management di garantire quanto promesso alla propria clientela. Per questo motivo uno dei segmenti di mercato più lucrosi (ma abche molto frastagliato) sta vivendo una vera e propria fase di consolidamento contraddistinta dal passaggio di manager da una casa all’latra e dalla nascita di nuove boutique finanziarie.

Proprio una rivoluzione è quello che vuole portare Miller nell’industria che gestisce i grandi patrimoni. L’offerta dalla società prevede due strategie di investimento che verranno implementate attraverso dei comuni ETF. Il primo portafoglio è espressamente dedicato ad una clientela istituzionale come i fondi pensione. Con un orizzonte temporale di lungo periodo, l’asset allocation prevede 70% azioni, 22,5% obbligazioni e il 7,5% in cash.

Il secondo portfolio prevede l’utilizzo di una strategia absolute return e sarà gestito in modo più aggressivo. Il target di rendimento prevede di battere il cash di oltre 5 punti percentuali. Entrambi i portfoli saranno concentrati sull’impiego di ETF tra i più capitalizzati e liquidi del mercato.

L’investimento minimo per cliente è stato fissato in 1 milione di sterline e tutti gli asset verranno detenuti sotto il nome del cliente piuttosto che come fondo. Le commissioni di gestione saranno dello 0,75% oltre ad una performance fee del 5%. Nessun problema anche per chi iontende smobilizzare i propri attivi: Miller infatti (contrariamente a quanto accade in altre realtà) ha detto che i suoi clienti avranno accesso libero ai propri fondi, in ogni momento.

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