Hedge fund, l’Europa non si fida

La prima frecciata era arrivata ieri e a lanciarla era stato niente meno che il presidente dell’Associazione bancaria italiana (di Mps), Giuseppe Mussari, intervenuto all’Italian Axa Forum sul tema caldo della regolazione dei mercati. Le parole lasciavano poco spazio alla fantasia, sul mercato non funziona la teoria dell’autoregolamentazione “Poteva andare bene per il macellaio ma non per l’hedge-fund, per questo ci vogliono regole, limiti e la prigione se sbaglia”.

Parole sicuramente forti che oggi trovano il loro eco nelle dichiarazioni al pepe di Jean-Pierre Jouyet, il presidente dell’Amf, la Consob francese, in un’intervista al Nouvel Observateur: “dice Pascal Lamy, il direttore generale del Wto, balliamo su un vulcano finanziario. Non ci siamo tuffati nel cuore di questo vulcano, i cui meccanismi permettono agli Hedge Fund e soprattutto alle banche (quando agiscono per conto proprio) di speculare passando da un mercato all’altro: un giorno le materie prime, il giorno dopo i debiti sovani, oggi le valute. E’ sul terreno della trasparenza dei mercati che abbiamo progredito di meno dal 2008. Bisogna imporre che i prodotti derivati siano standardizzati e che le transazioni su questi prodotti passino da camere di compensazione. Bisognerebbe anche imporre che un ordine di borsa, di acquisto o di vendita di un’azione o di qualunque altro prodotto, resti almeno un secondo negli ordini. Bisogna assolutamente rallentare il film e rendere il gioco più trasparente. È una sfida per la democrazia e per il G20.”

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