Brexit una settimana dopo: cosa cambia con il ritorno della politica in Borsa

Una settimana fa il mondo scopriva la Brexit. Quanto accaduto nel breve è nella memoria e sotto gli occhi di tutti: dopo aver perso il 12% in una sola seduta, l'indice FTSE Mib della Borsa Italiana ha riguadagnato oltre l'8% dai minimi toccati a 15.103 punti.
E' invece ancora presto per tracciare un bilancio di lungo termine circa le ricadute sui mercati finanziari dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue.

IL RITORNO DELLA POLITICA – Un solo risultato è certo: il prepotente ritorno sulla scena degli eventi di politica locale come fattore chiave per l'andamento dei mercati.
Ne è convinto Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory, secondo il quale da qui in avanti l’attenzione che verrà riservata ai possibili esiti a ridosso di eventi politici sarà maggiore che nel passato e i mercati tenderanno ad approssimarsi a tali scadenze con un atteggiamento meno compiacente.

LE PROSPETTIVE – Ecco allora quali potrebbero essere – sempre secondo Saitta – le prospettive per i prossimi mesi
In tema di impatto della politica sull’andamento del mercato azionario ancora una volta non si può non osservare come i prossimi mesi siano densi di appuntamenti politici che possiedono forti elementi di discontinuità con il recente passato. Riassumendoli in ordine cronologico il primo e più importante per quanto ci riguarda è referendum per la modifica della carta costituzionale che si terrà in Italia nel mese di ottobre seguito dalle elezioni presidenziali americane in novembre dove il candidato dei repubblicani Donald Trump potrebbe sparigliare le carte che vedono nettamente favorita Hillary Clinton. In mezzo potremmo avere una nuova tornata elettorale in Gran Bretagna per eleggere un governo che vada a gestire il periodo di transizione di uscita dall’Unione Europea. Sembra molto poco probabile per contro che possa tenersi un secondo referendum riparatore o che il risultato del 23 giugno scorso venga sostanzialmente ignorato (trattandosi di un referendum consultivo). Nel futuro più immediato che copre i mesi estivi vedremo probabilmente un mercato che dovrebbe essere influenzato da quelle che vengono definite “headline news” cioè i lanci di agenzia che riguarderanno l’evoluzione delle vicende britanniche e per quanto ci riguarda, dalla fine di luglio, anche dai risultati aziendali relativi al secondo trimestre 2016. Questi saranno interessanti per due ragioni: innanzitutto i numeri potrebbero aver catturato l’effetto del clima di incertezza pre e post referendum che ha contraddistinto il mese di giugno. Inoltre la reporting season sarà l’occasione nella quale il management darà le prime indicazioni sulle prospettive del business dopo l’esito referendario nel Regno Unito. Insomma potrebbe essere un occasione per un check up dopo la botta subita. 

 

 

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