Posso spezzare una lancia a favore del sistema bancario? Dopo anni di polemiche sulle posizioni di rendita del settore, prendo atto che la situazione è notevolmente cambiata. Il costo della raccolta dalla clientela, tanto per cominciare, continua a essere molto alto, superiore di 3/4 punti percentuali al rendimento dei Bot annuali. Il che significa che il sistema, che deve tener conto di spese generali che incidono per almeno un altro punto e mezzo, dovrebbe trovare impieghi in grado di rendere almeno il 7/8% per pareggiare. Può darsi che qualcuno, ma ne dubito, ci riesca. Per quel che ne so, dal contatto con diversi dirigenti bancari di alto livello, le banche commerciali non ci provano nemmeno. Com’è giusto, vista la rischiosità del mercato. Si aggiunga che la maggior parte degli impieghi, oggi, si riferisce a mutui su immobili a tassi molto bassi perché fissati a suo tempo con spread riferibile all’Eurobor a 3 mesi, che ora è intorno allo zero.
Il rischio, di questo passo, è di trovarci presto alle prese con banche “zombie”: istituti che, invece di mirare a produrre utili, cercano di occultare le perdite sotto operazioni di cosmesi contabile, rinviando il più possibile l’esame delle posizioni della clientela. In questo modo troverà conferma la legge per cui la moneta cattiva scaccia quella buona: i quattrini immobilizzati in operazioni destinate prima o poi a finire in rosso non andranno a quelle imprese che possono creare valore. Il risultato, insomma, sarà lo spreco di ossigeno prezioso per tutti. Le banche italiane non guadagnano perché, dopo tante spese di consulenza, convegni e megasedi, continuano a essere oberate da una struttura di costi insostenibile, figlia dell’epoca del benessere, quando la banca, sotto l’ala protettiva della politica (o delle Fondazioni, il che è quasi lo stesso), si è sempre comportata con una logica più vicina alla sfera pubblica che a quella privata.
Nonostante i proclami, in questi anni si è fatto poco sul fronte dei tagli, che ora sembrano indilazionabili. Speriamo che questo recupero passeggero non faccia dissolvere i buoni propositi ridando fiato alle clientele allo sportello, così forti dalla Bpm al Monte dei Paschi, per citare due esempi. Ma l’industria, si sa, non è solo questione di tagli più o meno giudiziosi. Occorre saper far marciare l’industria del denaro, sovvenzionando i clienti buoni, magari favorendo aggregazioni o la loro crescita sui mercati internazionali. Così come si deve saper far suonare il campanello d’allarme al momento giusto, prima che sia troppo tardi. Sono in grado le banche italiane di affrontare questa missione? Credo che le strutture, soprattutto in periferia, non siano oggi all’altezza. Diamoci da fare per affrontare il problema perché, senza banche che funzionano, la ripresa non ci sarà.