L’anno dell’euro-scommessa

GUARDARE AVANTI – L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, cantava Lucio Dalla. E aveva ragione. Ma cosa ci prospettano questi dodici mesi, sotto il profilo economico, finanziario e politico? Intanto, il 2012 ci ha lasciato un’eredità pesante. L’Italia ha visto il baratro del default, ma Paesi come la Grecia ci hanno vissuto con un piede dentro. E non è detto che ancora ne siano usciti. Il nostro Paese è stato falcidiato da crisi politiche ed economiche e ne è uscito grazie al lavoro del governo dei tecnici guidato da Mario Monti, che può aver preso decisioni politiche discutibili ma che è di innegabile successo finanziario e politico, soprattutto per un posizionamento più adeguato dell’Italia in Europa.

VERSO LE ELEZIONI – Lo scenario del 2013 è in gran parte figlio di quello dell’anno precedente. Però lo spartiacque delle elezioni politiche del 24 febbraio sarà molto importante. Adesso il costo del debito è sotto controllo, ma non lo è lo stock, che continua a crescere insieme alla spesa pubblica. Chi vincerà le elezioni dovrà da una parte continuare sulla strada del governo tecnico, tenendo dritta la barra del rigore, ma dovrà occuparsi molto di più del problema della crescita economica.

OBIETTIVO CRESCITA – L’Italia è sostanzialmente ferma da 20 anni, e se non riprende a crescere sarà davvero duro non solo sostenere il carico fiscale per imprese e aziende ma soprattutto intervenire in modo drastico proprio sul debito. Non sappiamo se e in che modo Monti farà parte della prossima partita. In compenso, in Europa si giocherà la partita tedesca. Anche in Germania sarà l’anno delle elezioni, con tutti i sondaggi che danno la cancelliera Merkel perdente a favore dei socialdemocratici. Ecco, se l’Europa del 2013 passasse dal centrodestra al centrosinistra (Francia, Italia e Germania), potrebbero cambiare anche le politiche rigoriste fin qui adottate. Con uno scenario, per chi investe, davvero tutto da scrivere.

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