Stessa musica, stessi risultati. Lo spread scende e la borsa sale. Poco, ma sale: chiusura a +0,23%. Un copione già recitato nella seduta precedente, ma d’altra parte è questa la regola. Il differenziale di rendimento tra Btp a 10 anni e Bund tedesco è sceso fin sotto 250 con un rendimento del titolo italiano al 4,1%. Non accadeva dal luglio 2011. Come in precedenza il Ftse-Mib ha fatto meglio degli altri indici-cugini in Europa che hanno risentito dell’aumento dell’inflazione cinese, del dato negativo sulla bilancia commerciale americana ma soprattutto delle parole del commissario europeo Olli Rehn che, tanto per cambiare, ha detto che per uscire dalla crisi occorrerà ancora del tempo, almeno fino al 2014. In Piazza Affari dopo i guadagni delle ultime sedute, si fermano le banche: Banco Popolare – 0,4%, Ubi Banca -0,5%, Mediobanca +0,3%, Intesa +0,2%, Unicredit -0,6%, MontePaschi -1%. Fra le assicurazioni, arretrano Generali -0,6% e Fondiaria–Sai -1,4%. Fra gli industriali, Finmeccanica scende del 3,1%, Fiat Industrial -0,3%, Fiat +1%. Ma soprattutto colpisce l’abbondante -3% di Pirelli bocciata da Goldman Sachs.