I venti contrari sui mercati saranno meno intensi

"L’avvio d’anno turbolento non ha fatto che complicare ulteriormente uno scenario di mercato già caratterizzato da forte volatilità e incertezza, ma i dati sulla crescita puntano verso un miglioramento a livello globale: i venti contrari che attualmente soffiano sui mercati sembrano destinati, se non a svanire, almeno a ridursi d’intensità", spiega Gero Jung, capo economista di Mirabaud Asset Management. Crescita globale, Cina, petrolio, Stati Uniti, banche europee: i mercati mondiali sono entrati nel 2016 con molti punti interrogativi, tanto che molti osservatori son tornati a parlare di recessione.

SCENARIO GLOBALE – “Riteniamo improbabile uno scenario di recessione globale; i dati macro, come ad esempio gli indici Pmi sulla produzione, mostrano che l’economia non è in una fase di recessione. In Cina l’attività economica si sta stabilizzando ed escludiamo un atterraggio brusco: il settore immobiliare sta migliorando, quello del credito non sta crollando e il commercio, a dicembre, ha mostrato segnali di miglioramento”, sottolinea Jung. “Inoltre, bisogna tenere a mente che il debito corporate della Cina – pari al 200% del Pil – è detenuto totalmente dagli investitori cinesi. Ciò consente al governo del Paese di aiutare i settori che sono in difficoltà, a differenza di quanto accade in Italia o negli Stati Uniti. Continuiamo pertanto a prevedere che il Pil cinese si attesterà tra il 6,5% e il 7%, quest’anno”. “Per quanto riguarda le altre variabili sotto i riflettori dei mercati, secondo Jung “l’eccesso di offerta di petrolio impedirà un rialzo marcato dei prezzi, ma la stabilizzazione delle quotazioni pare probabile. Negli Stati Uniti, i timori di recessione sembrano esagerati, a fronte di quello che si configura come un rallentamento dell’economia. La Fed ha previsto una crescita del Pil del 2% e, secondo noi, saranno due i rialzi dei tassi che verranno effettuati nel corso dell’anno, di 25 punti base a volta. Nell’Eurozona, poi, riteniamo improbabile una crisi del sistema bancario. Non siamo nel 2008, è importante tenerlo bene a mente ed escludiamo quindi uno scenario in stile Lehman”.

ELEVATA CORRELAZIONE TRA LE ASSET CLASS – Jung sottolinea infine che “ci sono due punti chiave da tenere a mente nell’analizzare la possibile evoluzione dei mercati durante il 2016. Da un lato, la correlazione tra le varie asset class è diventata molto elevata; dall’altro, malgrado le politiche monetarie accomodanti da parte delle banche centrali, la liquidità è relativamente bassa”. Come muoversi quindi in uno scenario in cui la correlazione tra le classi di attivi è sempre più elevata e i porti sicuri scarseggiano? “In questa fase, molti fattori ci portano a sovrappesare l’azionario dell’Eurozona, dove le valutazioni sono più economiche rispetto ai listini degli Stati Uniti”, spiega David Basola, responsabile per il mercato Italia di Mirabaud AM, che prosegue: “I dati continuano a indicare una prosecuzione della ripresa economica nell’Eurozona, in particolare le indagini sui nuovi ordini segnalano come le prospettive di crescita futura restino intatte. Certamente, l’euro meno forte aiuta e aiuterà: probabilmente sulla moneta unica continuerà a esserci una pressione ribassista. Nonostante i recenti timori, il settore del credito supporta la crescita, così come la politica monetaria accomodante della BCE, destinata a continuare dato che i bassi prezzi delle materie prime pesano sulle prospettive di inflazione”.

OPPORTUNITA' DALLA GESTIONE ATTIVA – In uno scenario così complesso, può premiare una gestione altamente attiva, basata su forti convinzioni, da sempre nel dna di Mirabaud AM. La società, affacciatasi all’Italia nel 2014, ha recentemente rafforzato la propria presenza nel Paese, con l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Milano e l’ingresso di Mattia Pastrolin come institutional sales executive. “Il mercato italiano del risparmio gestito gode ancora oggi di una spinta molto favorevole e, forti della fiducia nel nostro approccio distintivo e nel nostro team, riteniamo di poter portare un valore aggiunto, specialmente per gli investitori wholesale ed istituzionali che più possono apprezzare le nostre eccellenze di investimento”, conclude Basola. “Nel quadro della propria presenza europea, Mirabaud Asset Management non poteva e non può prescindere dall’Italia”, conclude Lionel Aeschlimann, ceo di Mirabaud AM. “Il nostro approccio, negli investimenti come nelle scelte di business, è di lungo termine, come testimoniato dall’assunzione di Mattia Pastrolin e dalla decisione di dotarci di un ufficio di rappresentanza a Milano. Contestualmente continuiamo a rafforzare ulteriormente le nostre competenze di investimento: ne è dimostrazione l’ingresso di Ken Nicholson quale responsabile dell’azionario europeo small & mid cap. Queste nostre iniziative hanno contribuito negli ultimi 12 mesi a permetterci di avere la fiducia di prestigiosi fondi sovrani e di investitori istituzionali europei, siamo fiduciosi che anche gli investitori italiani potranno avere grandi soddisfazioni da Mirabaud AM”.

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