Petrolio, gli analisti restano fiduciosi per il secondo semestre

PETROLIO PROVA A RECUPERARE – Il petrolio prova di nuovo a invertire la rotta dopo la brusca correzione di ieri, col Wti a 30,37 dollari al barile e il Brent a 33,27 dollari, entrambi in recupero di circa mezzo dollaro rispetto alla chiusura di ieri. A favorire il rimbalzo sono da una parte alcune ricoperture, dall’altra le attese da parte degli analisti di una progressiva riduzione della produzione di shale oil negli Stati Uniti, che si dovrebbe riflettere in un calo della produzione petrolifera complessiva nel corso del secondo semestre. Così gruppi come Goldman Sachs continuano a non escludere un rimbalzo importante dagli attuali livelli toccati dall’oro nero entro la fine dell’anno.

ANALISTI SI ATTENDONO CALO PRODUZIONE – Il consensus degli analisti, secondo l’agenzia Bloomberg, vede tuttora un recupero di oltre 15 dollari al barile entro fine anno che riporterebbe le quotazioni in area 46 dollari al barile nel caso del Wti, ovvero dei 48 dollari nel caso del Brent. Su questo quadro continua peraltro a pesare l’incertezza sulla tenuta della crescita mondiale: un calo dell’1% della crescita degli emergenti, ha ricordato ancora pochi giorni fa la Banca Mondiale, causerebbe un rallentamento dello 0,4% nella crescita mondiale e questo, notano diversi investitori, difficilmente consentirebbe al greggio di segnare un marcato recupero.

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