Ross: ipotesi troppo pessimistiche alla base degli aiuti alle banche greche

ROSS: TROPPI AIUTI ALLE BANCHE GRECHE – C’è chi dice no: il miliardario americano Wilbur Ross va contro l’opinione prevalente, affermando senza mezzi termini che l’ultimo pacchetto di aiuti accordato dalla Bce alle banche greche sarebbe eccessivo essendosi basato su ipotesi “troppo conservative” e potrebbe recare un peso eccessivo ai contribuenti ellenici. Nell’ambito dell’accordo sottoscritto tra la Grecia e la “troika” lo scorso luglio, è infatti previsto che vengano concessi fino a 25 miliardi di aiuti nel prossimo triennio a National Bank of Greece, Piraeus Bank, Eurobank Ergasias e Alpha Bank.

LA BCE DOVREBBE DECIDERE SUGLI AUMENTI – In un’intervista telefonica a Bloomberg Ross, che con la sua società d’investimento WL Ross & Co è stato tra gli investitori che nel 2014 hanno già investito 1,3 miliardi di euro nelle banche greche, ha notato che occorrerebbe lasciare alla Bce decidere se e quando intervenire in soccorso dei singoli istituti che hanno necessità di nuovi aiuti non condizionati. “In quel modo l’investimento del governo greco e degli investitori internazionali tra cui il mio – ha spiegato – verrebbero diluiti per motivi concreti e non per opinioni”. Nel frattempo gli stress test della Bce sulle banche europee, incluse quelle greche, stanno per essere completati e potrebbero già portare alcuni istituti a far partire le prime ricapitalizzazioni.

DILUIRE GLI INVESTITORI NON LI FARA’ ACCORRERE IN MASSA – Ross ha concluso ricordando i precedenti di Irlanda, Cipro e Spagna in cui non tutti i fondi che erano stati stanziati sono stati effettivamente usati. Il ricorso a pesanti ricapitalizzazioni farebbe precipitare nuovamente i ritorni finora “decenti” ottenuti dalle banche greche, penalizzando quei pochi investitori che hanno avuto coraggio di scommettere sulla loro capacità di riprendersi dalla crisi. Una penalizzazione, ha ammonito Ross, che segnerebbe profondamente la prospettiva di ulteriori investimenti privati in futuro.

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