SINERGIE OPERATIVE – L’operazione dovrebbe produrre su base annuale delle sinergie ante imposte per circa 180 milioni di euro, a pieno regime entro 3 anni: circa 150 milioni di euro saranno rappresentati da sinergie di costi e dovrebbero essere realizzate grazie all’unificazione delle piattaforme di investimento, all’ottimizzazione dei servizi It e alla razionalizzazione dei costi amministrativi e di back-office; 30 milioni di euro in sinergie nei ricavi sono attesi dal potenziale cross selling e da altre forme di ottimizzazione dei ricavi (brokeraggio). L’operazione sarà finanziata da capitale disponibile per circa 1,5 miliardi di euro, da un aumento di capitale di circa 1,4 miliardi di euro (attraverso l’emissione di diritti di opzione) e 0,6 miliardi di euro di debito senior e subordinato. L’aumento di capitale sarà lanciato nel primo semestre 2017 e sarà sottoscritto dal Gruppo Crédit Agricole che sosterrà l’offerta e conserverà una quota pro forma minima del 66,7%.
UN PASSO IN AVANTI – Yves Perrier, chief executive officer di Amundi, ha dichiarato: “L’acquisizione di Pioneer Investments è un importante passo in avanti per consolidare la posizione di Amundi quale leader europeo dell’asset management. Questa acquisizione rafforzerà il modello industriale di Amundi e porterà benefici ai nostri clienti, generando al tempo stesso valore significativo per i nostri azionisti”. Xavier Musca, presidente del consiglio di amministrazione di Amundi, ha affermato: “Questa operazione è perfettamente in linea con la strategia di acquisizione selettiva annunciata al momento dell’ipo: Pioneer Investments rafforzerà l’expertise di prodotto di Amundi, amplierà i suoi canali e reti di distribuzione e genererà sinergie significative. L’operazione conferma il posizionamento evidente di Amundi quale leader europeo dell’asset management, per dimensioni e redditività”.