Credit Suisse: “rischio bolla” al 60%-70%, ma non è immediato

C’è un 60%-70% di possibilità che si possa formare una “bolla” sui mercati finanziari mondiali. Lo scrivono oggi gli analisti di Credit Suisse nel loro ultimo Global Equity Strategy, segnalando come tuttavia non sembra che i mercati siano ancora entrati in tale bolla, dato che solo uno-due fattori degli otto che vengono tenuti d’occhio dagli esperti per verificare se si sia in presenza di una bolla stanno mandando segnali di allarme, sicché da qui a 12 mesi potrebbe esserci ancora un potenziale rialzista attorno al 40% sulla borsa americana.

SOLO DUE FATTORI SU OTTO PREOCCUPANO – Se i margini derivanti da nuovi investimenti sono in calo e l’attività di fusioni e acquisizioni continua a crescere (ma resta distante dai livelli visti in precedenti “picchi” storici che hanno preceduto bolle di sopravalutazione dei mercati azionari), altri fattori dalla revisione degli utili, ai dati del mercato immobiliare cinese, dagli spread sui bond ad elevato rendimento, alla crescita Usa ed ora anche ai Bund finiti in ipervenduto sembrano offrire ancora un buon supporto alle quotazioni azionarie. Due di questi (i dati del mercato immobiliare cinese e i dati macro americani legati alla crescita come l’andamento delle paghe e l’andamento dei buyback azionari) sono tuttavia da tenere particolarmente d’occhio.

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