Lusso: ecco quali titoli comprare e quali no

I titoli del settore del lusso, che trattano 18,7 volte l'utile, sono cari in termini assoluti, ma hanno valutazioni ragionevoli rispetto al mercato. Sfruttando i cali recenti delle quotazioni, riporta Milanofinanza.it, ecco le azioni che secondo gli analisti di Barclays hanno spazi di rialzo e quelli invece da evitare.

1. Adidas
Giudizio neutrale (equalweight) con target price 73 euro sulla società tedesca, perché sebbene le prospettive di lungo periodo siano positive, nel breve difficilmente riuscirà ad incrementare i margini reddituali (ebit 2015 al 6,4%) a causa dei rischi associati al rublo e alle perdite della divisione TaylorMade. Il p/e (prezzo/utile) scende da 21 del 2015 a 18 nel 2016, mentre il rendimento della cedola è intorno al 2%, a fronte di un dividendo stimato rispettivamente 1,50 e 1,60 euro.

2. Burberry
Prezzo obiettivo 16,75 sterline, con rating neutrale, per il gruppo Uk che ha registrato un notevole successo negli ultimi anni, ma non ha completamente sfruttato la leva operativa conseguente alla forte crescita. I margini (ebit 2016 al 17,3%) continuano a restare un punto critico. Alle quotazioni attuali è correttamente valutato, visto che tratta 21,6 volte l’utile 2015 e 21,4 volte quello del 2016. Il dividend yield è 2,1% nell’esercizio 2015 e 2,3% nel 2016, con la cedola che passa da 35,20 a 37,97 pence.

3. GrandVision
Rating overweight (sovrappesare) e target price 25 euro, che nello scenario ottimista arriva a 30,70 euro per il global retail del settore ottico che opera in 43 Paesi. Grazie alla politica di acquisizioni ha un potenziale non ancora espresso. Il margine operativo(ebit) è stimato 11,5% nel 2015 e 11,8% nel 2016. Il p/e scende da 26,5 quest’anno a 24,5 nel prossimo. Il rendimento della cedola è invece intorno all’1% (dividendo 0,22 euro nel 2015 e 0,24 nel 2016).

4. Kering
Al colosso del lusso è stato assegnato un target price di 185 euro, che nell’ipotesi bullish sale a 260 euro, perché è uno dei titoli più attraenti del settore, con un p/e che passa da 16,5 nel 2015 a 14,5 nel 2016. I progressi tangibili non emergeranno prima del quarto trimestre. Il margine reddituale netto (ebit) sale dal 15,3% del 2015 al 16,2% nel prossimo esercizio. Il dividend yield è invece stimato 2,9% quest’anno e 3,4% nel prossimo, a fronte di una cedola di 4,48 e 5,38 euro.

5. Luxottica
Rating overweight (sovrappesare) e target 63 euro, che nello scenario ottimista arriva a 70 euro, perché è in una posizione molto forte per beneficiare del trend di crescita secolare del settore. Il margine operativo (ebit) è stimato 16% nel 2015 e 16,4% nel 2016. Il p/e scende da 33,5 quest’anno a 30,3 nel prossimo. Il rendimento della cedola è 1,5% nel 2015 e 1,7% nel 2016 (dividendo 0,89 euro nel 2015 e 0,98 nel 2016).

6. Lvmh
È il titolo preferito dagli analisti nel segmento soft luxury con target price di 184 euro, che nell’ipotesi bullish sale a 200 euro, perché nei prossimi mesi emergeranno i vantaggi legati sia alla politica di hedging sui cambi sia al fatto di essere leader di prezzo nella più importante categoria di borse in pelle. Il titolo tratta con un multiplo di 18 sull’utile 2016, che è in linea con la media di settore, ma merita di più. Il margine reddituale netto (ebit) sale dal 18,9% del 2015 al 19,6% nel prossimo esercizio. Il dividend yield è invece stimato 2,6% quest’anno e 2,8% nel prossimo, a fronte di una cedola di 4,11 e 4,56 euro.

7. Prada
Giudizio negativo (underweight) perché l’utile continuerà ad essere sotto pressione, a causa delle difficoltà sul fronte retail e della crescente concorrenza nel settore degli articoli in pelle. Il prezzo obiettivo del titolo è 38 dollari di Hong Kong. Il p/e è 26,2 nel 2015 e 22,7 nel 2016. Il margine reddituale (ebit) è in leggero calo dal 19,8% del 2015 al 19,6% del 2016. Il rendimento della cedola 2016 è invece stabile al 2,4%.

8. Richemont
Rating overweight (sovrappesare) e target 95 franchi svizzeri, che nello scenario ottimista sale a 115, per il gruppo elvetico che beneficerà del pricing power, della stabilizzazione della divisione Cartier Watches, delle potenzialità a lungo termine della gioielleria e dei vantaggi conseguenti la fusione Net-a-Porter/Yoox. Il p/e 2016 è 18,7, ma se rettificato per tener conto di Net-a-Porter e del cash scende a 15, inferiore alla media settoriale di 18,1. Il rendimento della cedola è in aumento dal 2,1% del 2015 al 2,6% del 2016. Il margine reddituale (ebit) è stimato 23,4% nel 2015 e 22,9% nel 2016.

9. Salvatore Ferragamo
Giudizio neutrale con target price 31,50 euro. Le prospettive di lungo termine restano positive, con un tasso di crescita (cagr) dell’eps del 15% nei prossimi tre anni, ma dopo aver registrato una performance del 15% superiore a quella del settore, alle quotazioni attuali il titolo è correttamente valutato con un p/e 2016 intorno a 25. L’ebit margin sale dal 18% di quest’anno a 18,9% nel prossimo. Il dividend yield è invece inferiore al 2% (cedola di 0,46 euro nel 2015 e 0,52 nel 2016).

10. Tod’s
Giudizio negativo (underweight) perché lo scenario è difficile e la valutazione del titolo è eccessiva rispetto ai concorrenti, con prezzo obiettivo 63 euro. L’attuale dibattuto sul taglio dei listini in Asia rischia di mettere i margini (ebit margin 2016 al 14,7%) ulteriormente sotto pressione. Gli analisti si aspettano un tasso di crescita (cagr) dell'utile per azione (eps) del 10% nei prossimi cinque anni, contro il 15% degli ultimi cinque. Il p/e è previsto 25,6 nel 2015 e 23 nel 2016, mentre il dividendo è stimato 2,08 euro quest'anno e 2,31 nel prossimo.
 

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