Bond: il rischio di scarsità esiste davvero

Nonostante le smentite arrivate direttamente dal governatore della Banca centrale Mario Draghi, la possibile scarsità di bond da acquistare sarebbe per Morgan Stanley, un rischio reale.

RISCHIO SCARSITA’ – Secondo i calcoli degli analisti della banca d’affari Usa, il 9 marzo scorso, giorno di inizio del programma di Quantitative Easing, il 28% dei bund emessi da Berlino non poteva essere acquistato dalla Bce a causa del divieto di comprare titoli con rendimenti sotto quota -0,2%, quelli applicati sui depositi delle banche. Oggi, a distanza di 3 settimane, secondo i calcoli effettuati da Morgan Stanley, la quota di bund tedeschi non acquistabili da Francoforte sarebbe salita al 42% del totale. Una soglia destinata ad aumentare dato che presto, molto presto, anche i bund con scadenza fino a 6 anni potrebbero non essere più inclusi nel QE a causa del loro rendimento. A questo punto, la percentuale di titoli che potrebbero essere comprati dalla BCE scenderebbe al 38%, troppo poco per proseguire il Quantitative Easing.

TAGLIO TASSO OVERNIGHT – Per risolvere il problema, secondo gli esperti, l’Eurotower potrebbe decidere per un ulteriore taglio dei tassi overnight, allo scopo di ampliare la gamma dei bond acquistabili. Per fare ciò però, Draghi dovrà superare due ostacoli: l’opposizione della solita Bundesbank e la contrarietà della Fed, che teme un rafforzamento eccessivo del dollaro.

CHIUSURA ANTICIPATA – Un possibile “tapering” potrebbe realizzarsi nel caso in cui l’inflazione dovesse miglioarare e la crescita del Pil (stima: 1,5% nel 2015) dovesse subire un’accelerazione. Se queste due condizioni si verificassero, il QE potrebbe aver fine ben prima di settembre 2016. A spingere per la conclusione sarà la Bundesbank che ha già espresso preoccupazione per la bolla creatasi sul mercato obbligazionario e su quello dei mutui immobiliari.

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