PIU’ INFLAZIONE E TENSIONI COMMERCIALI – Ma la domanda più pressante per i mercati, nota Saint-George, è: quali saranno le conseguenze di questa deriva verso politiche mercantilistiche? Secondo il gestore, la prima sarà l’inflazione: “La politica di Donald Trump è in corso di attuazione in un momento in cui l’inflazione è già in ripresa un po’ dovunque, a vari livelli. E se il liberalismo, la globalizzazione e l’innovazione si sono rivelate misure deflazionistiche, è probabile che il supporto ai vecchi settori industriali non competitivi attraverso le barriere tariffarie contribuirà a incrementare l’inflazione”. Ad oggi i mercati obbligazionari, nota l’esperto, “non stanno prezzando questo rischio”. La seconda conseguenza “saranno le tensioni commerciali, che potrebbero danneggiare l’attività economica globale, se non aumentare i premi al rischio politico in alcune regioni”.
CON CRESCITA USA AUMENTERA’ ANCHE INSTABILITA’ – Del resto il mercantilismo si era già esaurito per due motivi: il crescente risentimento dei partner commerciali che spesso aveva trasformato le guerre commerciali in guerre vere e proprie; inoltre gli economisti erano giunti alla conclusione di David Ricardo, secondo cui il commercio mondiale non è un gioco a somma zero e anziché lottare gli uni contro gli altri sui volumi di scambi commerciali, i vari paesi dovrebbero capire che promuovere il libero scambio è vantaggioso per tutti. Il mercantilismo dunque “genera vincitori e vinti, e quindi instabilità”. Va bene dunque investire sui probabili vincitori, come i settori ciclici e il mercato statunitense, ma fate attenzione a prepararvi per affrontare l’instabilità che seguirà.