Le tre opzioni che hanno davanti gli azionisti di Unicredit

Dopo il primo giorno di assestamento le condizioni per aderire all’aumento di capitale Unicredit non sono variate: il titolo Unicredit ieri è scivolato del 6,86%, mantenendo comunque una sostanziale parità con i diritti, che hanno ceduto il 18,85%.

Gli azionisti hanno di fronte queste tre possibilità:

1 – PARTECIPARE ESERCITANDO I DIRITTI D’OPZIONE

2 – VENDERE I DIRITTI ENTRO IL 17 FEBBRAIO

3 – VENDERE UNA PARTE DEI DIRITTI USANDO L’INCASSO PER COMPRARE NUOVE AZIONI ED ESERCITARE I RESTANTI DIRITTI

Perché decidere di aderire
Prima di tutto cerchiamo di capire quali sono i motivi che dovrebbero far decidere di partecipare oppure no all’operazione.
Sono sostanzialmente due:
– da un lato la volontà di non diluire la propria partecipazione, tema di rilievo tuttavia soprattutto per i grandi azionisti della banca, che se non partecipassero vedrebbero ridotto il peso della loro partecipazione rispetto al capitale totale in misura del 72,2%;
– dall’altro lato l’idea che la gestione di Jean-Pierre Mustier possa portare nei prossimi mesi a un apprezzamento del titolo, anche grazie alla pulizia di bilancio consentita dalla stessa ricapitalizzazione.
Si tratta di una scelta assolutamente personale dell’investitore. Di seguito pertanto non intendiamo consigliare in un senso o nell’altro, ma solo fornire alcune indicazioni pratiche sull’operazione.

Come funziona
Ieri ai soci è stato assegnato gratuitamente un diritto, utile a sottoscrivere 13 azioni (ordinarie o di risparmio) ogni 5 diritti, esercitabile al prezzo di 8,09 euro.
Per partecipare all’aumento di capitale occorre comunicare tale intenzione alla propria banca e versare la somma necessaria alla sottoscrizione.


Nella pratica

Partecipare
Chi avesse avuto in portafoglio 1000 titoli Unicredit si è visto corrispondere altrettanti 1000 diritti.
Tali diritti possono essere utilizzati per comprare 2.600 titoli, perché con 5 diritti si possono comprare 13 azioni (il risultato si ottiene dividendo 1000 per 5 e moltiplicando per 13).
Le 2.600 azioni potranno essere acquistare al prezzo fissato di 8,09 euro ciascuna, per un esborso di poco più di 21.000 euro. Comprare un singolo titolo sul mercato costerebbe invece 12,21 euro (al prezzo della chiusura di ieri).

Vendere
Ai prezzi della chiusura di ieri, lo stesso investitore dotato di 1000 diritti potrebbe venderli al prezzo unitario di 10,59 euro, ricavando 10.590 euro.

Vendere parte dei diritti
Se invece l’investitore vendesse solo la metà dei suoi diritti si troverebbe con 5.295 euro che potrebbe decidere di utilizzare per l’esercizio di almeno parte dei diritti che gli sono rimasti.

Una quarta opzione
In tutto ciò si inserisce un’altra possibilità, riservata però in via esclusiva agli investitori professionali, che mettono in atto operazioni di arbitraggio tra diritti e azioni, in alcuni casi vendendo i diritti e comprando direttamente il titolo.
Un esempio di scuola in questo caso è il seguente: vendo i diritti e ricavo 10.590 euro (come visto sopra). Con tale ricavo compro azioni a 12,21 euro (la chiusura di ieri), per un totale di 867 titoli.
Le valutazioni di convenienza in questo caso si fanno particolarmente complesse e anche rischiose per un normale investitore, soprattutto in considerazione dell’elevatissima volatilità di titoli e diritti che contraddistingue i primi giorni delle operazioni di ricapitalizzazione.

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