Avvio di giornata incerto per Milano e i listini europei

Seduta terminata in deciso calo stamane sui principali listini asiatici, con Tokyo che cede oltre un punto (indice Nikkei225 a 9.308,35 yen, -1,22%), Hong Kong in rosso dello 0,62% e Shanghai che perde l’1% , a causa dei timori legati al possibile “fiscal cliff” americano (il Congresso Usa terminerà i lavori di quest’anno con la seduta del 15 dicembre) e delle possibili ricadute negative in termini di crescita per la regione.

A Tokyo in particolare si mettono in luce Ajinomoto e Dainippon Sumitomo Pharma, mentre perdono ampiamente terreno Alps Electric, Pioneer, Sumitomo Heavy Industries, Kobe Steel, Mitsumi Electric, Mitsubishi Paper Mills, Okuma e Sumitomo Chemicals.

Altrettanto prudenti i listini europei, anche perché molti dettagli dell’accordo di ieri in seno all’Eurogruppo circa la Grecia non convincono del tutto gli investitori o sono ancora da perfezionare, come per quanto riguarda il riacquisto di titoli di stato da parte di Atene grazie a nuovi fondi in arrivo dalla Ue.

Così dopo le prime battute l’Eurostoxx50 cala a -0,41% con Nokia, Deutsche Bank, Iberdrola e Repsol subito in rosso di circa il 2% a testa, mentre provano a salire Lvhm e Bmw, seguite con passo più incerto da Eni, Daimler e Deutsche Telekom, tutti comunque in recupero di meno di un punto. Tra i singoli listini, Parigi il Cac40 cede lo 0,28%, a Francoforte il Dax segna -0,14% e a Londra l’Ftse-100 scivola in rosso dello 0,37%, con Madrid tra i peggiori in calo dello 0,60%.

A Milano l’indice Ftse Mib è per ora indicato a quota 15.448,20 (-0,20%), mentre l’Ftse Italia All-Share è sui 16.322,69 punti (-0,18%) e l’Ftse Italia Star cala in area 10.411,79 (-0,2%), ma le oscillazioni sono frequenti; tra le  blue chip italiane provano a recuperare terreno Campari, Salvatore Ferragamo, Autogrill, Tod’s e Pirelli & C, mentre cali tra uno e due punti interessano Mps (che appare appesantito dal via libera del Cda a una nuova emissione, per 3,9 miliardi massimi, di “Monti bond”), Banco Popolare (a rischio di downgrade da parte di Moody’s, che potrebbe tagliare a “junk” il merito di credito dell’istituto), Stm, Mediaset e Azimut.

Da tenere d’occhio anche Telecom Italia, che avrebbe rinunciato a presentare un’offerta per l’operatore brasiliano a banda larga Gvt (messo in vendita da Vivendi sulla base di una valutazione di 7 miliardi di euro ritenuta eccessiva), e Luxottica, che ha ieri confermato la sigla dell’accordo che la porterà a rilevare il detenere il 36% (e non il 40% di cui parlavano le indiscrezioni di stampa) della catena di negozi Salmoiraghi & Viganò, sottoscrivendo un aumento di capitale da 45 milioni di euro che permetterà alla società di ritrovare un equilibrio finanziario. Previsto anche n meccanismo di opzioni “call” reciproche dei partner a valere sulla quota dell’altro.

Sul mercato obbligazionario nuovo calo dei rendimenti sul Btp decennale guida, al momento al 4,70% (2 punti base meno di ieri), mentre lo spread contro Bund oscilla attorno al 3,29% (3 punti base sotto i livelli della vigilia) dopo un avvio incerto, nel giorno in cui il Tesoro italiano colloca fino a 7,5 miliardi di Bot a 6 mesi e la Germania propone 3 miliardi di Bund 5 anni. In lieve calo l’euro, visto a 1,293 contro dollaro e a 105,85 sullo yen, come pure le materie prime, con l’oro a 1739,80-1740,80 dollari l’oncia, l’argento a 33,96-34,06 dollari e il petrolio a 109,65 dollari al barile (il Brent) ovvero a 87 dollari (il Wti).

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