I giornali e i siti web sono pieni di consigli su come difendersi dal nuovo redditometro. Lo strumento messo in campo dal fisco inizierà a lavorare in primavera scandagliando le dichiarazioni dei redditi relative al 2009. Il metodo oltre che invasivo appare anche controverso, visto che l’onere della prova di onestà fiscale spetterà al contribuente e non, come è stato finora, all’Agenzia delle Entrate. Insomma, incombe l’incubo scontrino. Ma davvero bisognerà tenere da conto ricevute e fatture anche della colazione al bar? E soprattutto chi non lo ha fatto per gli anni precedenti all’entrata in vigore del redditometro (praticamente tutti i cittadini che non tengono una contabilità con partita Iva) come deve comportarsi in caso di contestazione del fisco?
Il redditometro è uno strumento inquietante anche perché, stando alla lettera, se uno per esempio fa spesso il bagno e consuma tanto sapone può capitargli di dover rendere conto al fisco. Pazzesco. Talmente pazzesco che perfino il gran visir di tutte le tasse, Mario Monti, ha detto che il prossimo governo (di cui non sa se ne farà parte) dovrebbe abolirlo. Il professore è arrivato persino a dare la colpa a Silvio Berlusconi per la sua introduzione. È vero. Ma lui non poteva bloccarlo? O passare la palla al prossimo governo?
In effetti, il redditometro è solo uno strumento di terrore per i contribuenti onesti. I grandi evasori (quelli che non versano l’Iva o non pagano i contributi dei dipendenti) non si scoprono incrociando gli scontrini dei cappuccini o dalla macchina di grossa cilindrata. Quella è sempre intestata a una società di comodo. Si calcola che l’evasione fiscale in Italia sia di circa 120 miliardi di cui 50 almeno di evasione contributiva. Ecco, ma se si conosce l’ammontare, possibile che non si sappia chi lo produce?