Tutto il non detto sullo spread

A tre mesi di distanza torniamo sul tema spread. Ricordato quello italiano sul titolo decennale sceso in media di circa 100 punti, trattiamo invece del meno noto a 2 anni. Poniamo attenzione sul fatto che oltre a scendere i tassi dei Paesi comparati, è salito il benchmark tedesco. Ciò aiuta la contrazione delle differenze, ma è un fattore che non viene troppo evidenziato. È agevole affermare che lo spettro complessivo del decennale si restringe.

La Grecia scende in 120 giorni da 1.800 a 1.000, il Portogallo da 680 a 460, e gli altri in proporzione. Sul biennale, Francia, Austria, Olanda (e Stati Uniti) sono ormai prossimi a differenze nulle. Danimarca e Svizzera restano su livelli inferiori al benchmark. L’Italia ha un differenziale vicino a 120 punti, dimezzato rispetto ai valori di settembre e in linea con le attese teoriche. In generale, dobbiamo considerare che sul decennale molti Paesi emettono raramente e per volumi contenuti, mentre il biennale è più spesso e ampiamente sottoposto al riscontro del mercato. Sui Bot, per memoria, lo spread italiano è intorno a 0,80.

Un altro rilievo discende dal confronto fra il valore della cedola e il rendimento. Laddove il secondo è inferiore alla prima, ciò sottende che i relativi prezzi sono cresciuti. Nel biennale ciò vale per tutti i Paesi euro e Ue, mentre nel decennale solo Grecia e Portogallo (in forte regresso) restano nello stato opposto. Il comportamento fra i diversi Paesi è lineare, mantenendo le dovute proporzioni, a testimonianza del fatto che le motivazioni degli spread sono di contesto e strutturali e non dovute a condizioni recenti. Ciò comprova asincronie passate e miglior coordinamento attuale, a conferma di una buona azione di mercato, sostegno e indirizzo da parte della Bce.

La strada prescelta e il ritmo del cammino appaiono adeguati. Mantenerli è un imperativo peraltro più semplice delle condizioni di stress precedenti. Guardia alta delle autorità e mantenimento delle soluzioni assunte da ciascun Paese sono la migliore strategia per impedire attacchi speculativi e per perseguire il lento ma costante rientro. Nessuna certezza a valle, ma anche nessuna incertezza è consentita nel proseguire.

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