I DERIVATI COSTANO 730 MILIONI DI EURO A MPS – Nonostante il “caso derivati” Mps non ha problemi di liquidità e mantiene una situazione patrimoniale solida: è quanto emerso al termine del Cda di ieri pomeriggio che ha esaminato i risultati delle analisi interne dalle quali è emerso come perdite potenziali scatenate dallo scandalo derivati dal “caso derivati” ammontino a 730 milioni, 273,5 milioni dei quali fanno legati all’operazione Alexandria, 305,2 milioni a Santorini e 151,7 milioni a Nota Italia. Tenendo conto dell’impatto degli aggiustamenti contabili e dei “Monti bod” al 30 settembre si avrebbe avuto un Core tier 1 proforma al 12,1%. Nella conference call di stamane l’amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, ha confermato che nei conti “non ci sono altre Santorini” e che gli strumenti strutturati sono stati “trasformati in semplici finanziamenti”.
NON CI SARANNO ALTRE "BOMBE" – Alexandria e Santorini sono state trasformati “in asset swap con oggetto titoli di Stato” ha aggiunto Viola, mentre Nota Italia “è un’operazione del 2006 che incorporava un derivato con oggetto la protezione sul rischio Italia, assimilabile soprattutto ai Btp, che non era stato correttamente contabilizzato sin dall’inizio dell’operazione”. A gennaio il derivato sul rischio Italia è già stato chiuso dall’istituto senese. Con pulizia dei conti, ha concluso il banchiere, è dunque terminato con l’accertamento di “errori contabili nella presentazione di operazioni strutturate” per un impatto patrimoniale “quantificato in 730 milioni. Questi errori saranno corretti all’approvazione del bilancio 2012”.