E’ il nightmare scenary, lo scenario da incubo, quello che i mercati non volevano assolutamente. Le elezioni politiche di fine febbraio mostrano all’Europa e al mondo un Paese diviso e incapace di produrre una maggioranza politica. I partiti tradizionali sono a pezzi, hanno perso quasi 13 milioni di voti. Li ha intercettati in gran parte M5S, che al momento però non sembra avere una proposta di governo in grado di far stare tranquilli cancellerie e mercati.
Toccherà al Pd e a Pierluigi Bersani, il vincitore-sconfitto, provare a formare un esecutivo. Difficile una maggioranza con Beppe Grillo, difficilissimo un governissimo con Silvio Berlusconi. Gli elettori, dopo la parentesi di Mario Monti, si ribellerebbero come serpenti nel fuoco e emigrerebbero in massa verso il Movimento 5 Stelle. Quello che stupisce di più in Europa non è solo la dimensione del voto di protesta a Grillo, ma la rimonta del Pdl. All’estero davano per tramontato il ventennio berlusconiano, e ora se lo ritrovano sconfitto ma ancora vivo, pronto a presentare il conto ai suoi detrattori.
Molti lo hanno votato per le promesse di riduzione fiscale e di restituzione dell’Imu, l’odiata tassa sulla casa. Ma se i mercati si vendicheranno per questo voto contro l’Europa, come già hanno cominciato a fare, e lo spread risalirà a livelli intollerabili, chi ha votato Berlusconi per salvarsi dall’Imu si ritroverà non solo a dover pagare la tassa sulla casa ma probabilmente anche un ulteriore balzello fiscale (la patrimoniale?) per rimpinguare le casse statali prosciugate dal costo crescente del debito.
Tuttavia, c’è un barlume di speranza per dar vita a un governo che faccia almeno le cose essenziali prima di tornare di nuovo al voto. È la soluzione siciliana. Qui il centrosinistra ha vinto senza la maggioranza. E la giunta regionale se la sta cavando con un rapporto molto dialogante tra Pd e grillini. Chissà se ai mercati basterebbe.