Un precedente pericoloso a Cipro: sei questioni su cui riflettere

LA DOCCIA FREDDA – I correntisti delle banche cipriote si sono svegliati sabato mattina con una doccia fredda. Una garanzia è solida tanto quanto lo è la sua controparte. Con un sistema bancario che ha bisogno di 10-12 miliardi di euro per salvarsi – circa il 60% del Pil – il governo cipriota è stato costretto ad accettare di condividere il carico del debito con i correntisti. “Questo evidenzia le difficoltà reali delle politiche nazionali all’interno dell’Unione Europea”, ha spiegato Stefan Isaacs,  M&G European Corporate Bond, “e solleva nuove questioni”.

LE NUOVE QUESTIONI – In primo luogo, ci sono notevoli difficoltà politiche da affrontare. Secondo l’esperto, è probabile che l’opposizione interna a tale accordo sarà forte, e non in ultimo perché sarà vista come un colpo sproporzionatamente duro per i risparmiatori ciprioti. Con una maggioranza parlamentare risicata, il governo cipriota potrebbe faticare per far passare la necessaria legge. L’approvazione dovrà  essere cercata anche tra gli altri Stati membri dell’Eurozona.

PERICOLOS PRECEDENTE – Mentre questa crisi ha già visto la svalutazione di azioni e debito, è stato ora oltrepassato il Rubicone della condivisione del debito da parte dei correntisti. “Oggi esiste un precedente per questo approccio di socializzazione delle perdite all’interno dell’Eurozona nel suo complesso. Mentre la Troika si sforzerà di minimizzare il suo significato, si potrebbero comunque manifestare delle conseguenze implicite”.

APPROCCIO DISOMOGENEO – Terzo: la situazione di Cipro serve a ricordarci che oggi gli schemi di garanzia dei correntisti in Europa sono sottoposti a un approccio disomogeneo. “Le garanzie per i correntisti sono tanto solide quanto lo sono gli Stati che le forniscono”, ha sottolineato Isaacs. “Nel caso di Cipro, con un sistema bancario che vale sette volte la sua economia, chiaramente queste garanzie contavano ben poco”.

DEBITO HIGH YIELD – Quarto, il caso Cipro solleva domande reali sulla preferenza dei correntisti. “Con un debito bancario esistente di circa due miliardi di euro, i politici lo hanno giudicato troppo piccolo di per sé per essere ricapitalizzato. Questo può essere vero. Tuttavia favorendo il debito senior rispetto ai correntisti si pone una domanda: per l’individuo comune è allora in teoria meglio avere debito bancario high yield rispetto a un conto di deposito?”.

DIPENDENZA DA BCE – Quinto, la Bce sembra aver minacciato che se le misure non saranno approvate, allora ritirerà i finanziamenti del programma Ela (European Liquidity Assistance) a Laiki bank, la seconda banca cipriota, lasciando il governo cipriota a pagare da solo il conto per l’intero settore bancario. “Ciò evidenzia quanto molte banche europee rimangano dipendenti dai finanziamenti della Bce, e che se i finanziamenti fossero ritirati allora il loro collasso sarebbe inevitabile”.

IL DURO SCAMBIO – Infine, “siamo nuovamente di fronte a un altro Paese costretto a porsi di fronte a una dura scelta: cedere parte della sovranità a Bruxelles o affrontare la rovina finanziaria. Il progetto dell’Eurozona continua a chiedere moltissimo ai propri cittadini. I salvataggi non vengono – e non verranno – gratis”, conclude l’esperto di M&G.

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