Le previsioni di Saxo Bank per il secondo trimestre 2013: occhio alla Francia

LE STIME – Tre mesi dall’inizio del 2013 e le proiezioni di crescita continuano ad abbassarsi in tutto il mondo secondo Saxo Bank. La banca, nel suo report per il secondo trimestre pubblicato su TradingFloor.com, scrive che il mondo si aspetta un 2013 molto simile, dall’esterno, al 2011 e al 2012, con una sola differenza: le elezioni tedesche a settembre.

DISOCCUPAZIONE CRESCENTE – Tassi di crescita bassi porteranno ad un aumento delle tensioni sociali e politiche in Europa, come abbiamo visto nel recente salvataggio di Cipro, in cui tutti hanno perso: i correntisti, la credibilità della Troika e qualunque speranza che l’Eurozona avesse un piano reale per affrontare questa crisi. L’abitudine politica di prendere tempo sta per raggiungere il capolinea, perchè ora sarà necessario gestire disoccupazione crescente e mancanza di crescita o di riforme che possano stimolare le economie.

RIDUZIONE SPESA PUBBLICA – Il report mostra un confronto tra le economie principali dell’Eurozona, il Regno Unito e gli Stati Uniti, confronto che rivela che lo scorso anno gli Stati Uniti si sono classificati terzi dietro Italia e Spagna in tema di riduzione della spesa pubblica. Nel frattempo, Regno Unito, Francia e Germania hanno fatto registrare un aumento dei consumi pubblici.

EUROZONA IN RECESSIONE – Nonostante la riduzione della spesa pubblica, Saxo Bank si aspetta una crescita modesta negli Stati Uniti nel 2013, intorno al 2%, in calo rispetto al 2,1% dell’anno scorso, prima di accelerare fino al 3% nel 2014. L’economia americana potrebbe non essere stellare, ma almeno è prevista una crescita moderata. La previsione è decisamente più deprimente oltreoceano, dove l’Eurozona si deve rassegnare al fatto che la recessione sia destinata a continuare.

PREOCCUPA LA FRANCIA – L’istituto danese si aspetta che l’attività economica nell’Ue scenda dello 0.3% nel 2013, dopo il crollo dello 0,5% dello scorso anno, mentre il tasso di disoccupazione salirà durante tutto il corso dell’anno e supererà il 12%. Il conseguente rallentamento dell’economia manterrà bassa l’inflazione. Le economie di Italia e Spagna rimarranno deboli, ma è soprattutto la Francia a preoccupare gli analisti della banca, a causa dell’incapacità del governo francese di implementare riforme.

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