Milano cede l’1% a metà giornata, male Fiat, peggio Rcs

MILANO INVERTE LA ROTTA, ORA CEDE UN PUNTO – Partita in prudente rialzo, Piazza Affari in tarda mattinata vede nuovamente prevalere ampie prese di profitto, complici i dati macro cinesi inferiori alle attese che fanno temere in merito alla tenuta di un quadro macroeconomico già precario e finora compensato in parte solo dall’andamento delle esportazioni. Così gli indici principali tornano a perdere appena oltre il punto percentuale, mentre l’Ftse Italia Star cerca di contenere un minimo le perdite oscillando a -0,82%.

FIAT IN DIFFICOLTA', MA IL TONFO PEGGIORE E' PER RCS – Tra le blue chip sono in deciso rosso Fiat (-2,6%) e Fiat Industrial (-2,2%) dopo che a marzo si è chiuso in flessione per il diciannovesimo mese consecutivo il mercato dei veicoli commerciali (-20%, sui minimi degli ultimi 23 anni). Oltre il 2% di perdita anche Banco Popolare, Buzzi Unicem, Exor, Mediaset, Pirelli & C. e Prysmian, mentre tra i titoli minori Rcs Mediagroup crolla del 5,5% (-6,9% la risparmio) dopo aver chiuso il 2012 con una perdita netta di 509,3 milioni e un indebitamento finanziario netto pari a 845,8 milioni, mentre le incertezze in merito all’adesione alla prima tranche (da 400 milioni) ha indotto il Cda a far slittare ancora la convocazione dell’assemblea straordinaria che dovrà varare l’operazione, fortemente diluitiva per i soci che non vi aderiranno.

UN TRATTAMENTO DI RIGUARDO DALLE BANCHE – Notare come nonostante il profondo rosso in cui versano i conti di Via Solferino (anche per il 2013 il Cda prevede ricavi in calo, Ebitda ante oneri di ristrutturazione inferiore al 3% e un risultato netto “significativamente negativo”) la casa editrice abbia ottenuto una ristrutturazione del debito da 800 milioni, con un finanziamento a medio-lungo termine da 575 milioni garantito da un pool di banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, UniCredit, Mediobanca, Bpm e Bnl). Prestito che difficilmente qualsiasi altra piccola o media impresa italiana sarebbe riuscito a strappare ai propri creditori.

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