S&P’s: le banche non finanziano? E le imprese italiane ricorrono ai bond

LO SCORSO ANNO TAGLIATI 44 MILIARDI DI CREDITI ALLE IMPRESE ITALIANE – Che a lamentarsi della stretta sul credito siano le imprese e famiglie italiane ormai non fa più notizia, ma quando l’accusa arriva da uno studio di Standard & Poor’s occorrerebbe forse fermarsi a riflettere. Secondo l’agenzia di rating, infatti, le società italiane, di grandi e sempre più anche di medie dimensioni, l’anno scorso hanno emesso titoli di debito per un saldo netto per 20 miliardi di euro, per compensare una riduzione dei flussi di prestiti dalle banche pari a 44 miliardi di euro.

IMPRESE ANCORA TROPPO DIPENDENTI DALLE BANCHE – Tuttora, ricorda S&P’s, le aziende italiane fanno ricorso alle banche per oltre il 90% del proprio fabbisogno di finanziamento, ma si tratta di una fonte destinata a diventare sempre più arida a causa della prolungata fase di “deleveraging” e della ristrutturazione a cui si prevede che andranno ancora in contro nei prossimi anni gli istituti di credito tricolori. Servirebbe, secondo gli esperti, una legislazione che agevoli il processo di disintermediazione creditizia che in ipotesi di “crescita zero” potrebbe portare le imprese a emettere obbligazioni fino al 11%-14% del proprio fabbisogno di finanziamento, ma il processo rischia di essere comunque lungo e accidentato perché gli investitori istituzionali italiani non sembrano ancora propensi ad investire in titoli di debito corporate, per l’80% sottoscritti finora da investitori esteri.

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