Risparmio gestito, Natixis Global AM: la volatilità si può cavalcare

QUATTRO PREVISIONI A CONFRONTO – Quattro esperti nella gestione della volatilità del gruppo Natixis Global Asset Management ritengono che un’eventuale chiusura dei programmi di stimolo all’economia da parte delle banche centrali potrebbe provocare una forte volatilità negli anni a venire. "La volatilità è diventata negli ultimi anni una costante dei mercati finanziari e gli avvenimenti delle ultime settimane dimostrano come il rally registrato da inizio anno non abbia eliminato il rischio di bruschi movimenti dei listini", sottolinea Antonio Bottillo, amministratore delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management. "La volatilità, come spiegano i nostri specialisti degli investimenti, non è però solo fonte di incertezza ma può essere sfruttata e gestita come una vera e propria asset class in grado di generare performance”.

PARLANO GLI ESPERTI – Secondo Kevin Kearns, responsabile del team “Alpha Strategies” presso Loomis, Sayles & Company, l'eccessivo livello di indebitamento raggiunto dai Paesi sviluppati continuerà a generare volatilità nei mercati per diversi anni. Vincent Chailley, chief investment officer presso H2O Asset Management, società di gestione del gruppo Ngam basata Londra, ritiene che le politiche di espansione monetaria e le iniezioni di liquidità continueranno a spingere i prezzi degli asset finanziari al rialzo ancora per diverso tempo. Ma aggiunge che gli investitori dovrebbero tener presente che più a lungo le banche centrali giocheranno questa partita e più alto sarà il prezzo da pagare. Emmanuel Bourdeix, un vero e proprio "veterano" nella gestione della volatilità presso la divisione Seeyond di Natixis Asset Management a Parigi, individua molte analogie tra i mercati azionari del 2013 e quelli del periodo di bassa volatilità fra il 2004 e il 2007. Michael Buckius, gestore di strategie di copertura del rischio azionario presso Gateway Investment Advisers, ritiene infine che l’espansione monetaria è il tema macroeconomico centrale con cui si confrontano i mercati di oggi, e tale resterà per diversi anni.

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