17 ORE DI TRATTATIVE PER TROVARE L’ACCORDO – Ci sono volute 17 ore di discussioni al termine di oltre due mesi di trattative, ma la Cdu-Csu di Angela Merkel e i socialdemocratici della Spd alla fine hanno trovato l’intesa per dar vita a una “grosse koalition” bis che però ora deve essere approvata dagli iscritti alla Spd attraverso un referendum i cui risultati saranno resi noti il 14 dicembre. Solo allora la Merkel saprà se sarà nuovamente Cancelliere o se si dovrà ricominciare da capo. Anche per questo la reazione del listino di Francoforte per ora è tiepida col Dax che oscilla a +0,20% sin dall’avvio della giornata.
REAZIONI CAUTE IN ATTESA DI REFERENDUM SPD – Una reazione contenuta che sembra riflettere anche la perplessità del mercato rispetto ad alcune concessioni alla Spd da parte della Cdu-Csu come l’introduzione di un salario minimo garantito (8,5 euro all’ora a partire dal 2015) e l’irrobustimento di alcune tutele per i lavoratori (misure che non piacciono alle imprese tedesche che temono un aumento del costo del lavoro e una minore competitività), l’aumento della spesa per pensioni (dal 2014 si potrà andare in pensione a 63 anziché 67 anni, purché con almeno 45 anni di contributi), istruzione e infrastrutture, alcune novità in tema di cittadinanza (come la possibilità per i figli di extracomunitari nati in Germania di ottenere una doppia nazionalità) e l’introduzione del pedaggio per i veicoli stranieri che circolano sulle autostrade tedesche.
CARTA BIANCA ALLA MERKEL IN EUROPA – In compenso la Merkel ha ottenuto carta bianca in tema di politica internazionale e dunque continuerà a dettare l’agenda europea, come pure ha rinviato almeno sino a dopo il 2017 ogni incremento delle imposte (dovrebbe dunque essere tramontata l’ipotesi di un’introduzione già nel 2014 di una “Tobin Tax” sulla borsa di Francoforte), limitando l’incremento della spesa pubblica a 23 miliardi di euro, la metà di quanto inizialmente richiesto dalla Spd. Si attendono ora le reazioni degli analisti che non mancheranno nei prossimi giorni di cercare di capire quali settori maggiormente potranno beneficiare dell’accordo.
SI ATTENDONO I COMMENTI DEI BROKER – A caldo dopo i risultati elettorali di fine settembre il Credit Suisse, ad esempio, aveva già segnalato come una nuova “grande coalizione” potesse essere “un po’ più amichevole riguardo la crescita” a livello europeo, “quando si tratti di iniziative volte a sostenere l’attività economica nella periferia” mentre sembra improbabile che la Germania possa cambiare atteggiamento riguardo la nascita di una futura unione bancaria o una mutalizzazione del debito che passasse anche per una ricapitalizzazione diretta delle banche.