Milano accelera dopo via libera a Legge di Stabilità

MERCATI POSITIVI DOPO VIA LIBERA DEL SENATO A MANOVRA – Con 171 voti favorevoli e 135 contrari il Senato italiano ha approvato nella notte la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento alla Legge di Stabilità, che stamattina torna in aula per il voto finale.  Un via libera che potrebbe rafforzare il tono già positivo del mercato obbligazionario italiano che oggi vede il Tesoro impegnato a collocare 7 miliardi di Bot a sei mesi e che non sembra dispiacere neppure alla borsa, in rialzo di mezzo punto dopo i primi scambi. Molte le novità introdotte col maxiemendamento, soprattutto sul versante fiscale.

CUNEO FISCALE CONCENTRATO SU REDDITI BASSI – Se la limatura del cuneo fiscale viene concentrata sui redditi inferiori ai 32 mila euro annui (e non 55 mila come inizialmente previsto), portando ad una detrazione massima di 225 euro annui per i redditi tra i 15 e i 18 mila euro, lo “sconto Imu” relativo ai beni strumentali d’impresa ai fini Ires e Irpef salirà al 30% per le deducibilità relative al 2013 (da utilizzare dunque nel 2014), per ridiscendere al 20% nei due periodi d’imposta successivi. In più i Comuni avranno a disposizione un fondo di 500 milioni di euro a copertura di detrazioni le detrazioni sulla Tasi per le famiglie meno abbienti.

L’IMU E LA TARES SPARISCONO, ARRIVA L’IUC – L’Imu stessa formalmente assieme alla Tares (tassa sui rifiuti e sui servizi urbani in vigore nel 2013) scompaiono, per essere sostituite dall’Imposta unica comunale (Iuc) che comprenderà la “vecchia” Imu, la Tari, per finanziare la raccolta dei rifiuti urbani, e la Tasi, che garantirà risorse per i servizi indivisibili (trasporto pubblico locale, anagrafe, illuminazione e manutenzione stradale). Arriva anche la “mini-sanatoria” delle vecchie cartelle Equitalia, che dovranno essere pagate per l’importo originario al 100% (ossia l’intero ammontare delle sanzioni), senza però corrispondere alcun interesse di mora.

RIVISTA RIVALUTAZIONE PENSIONI, CONTRIBUTO SU PENSIONI D’ORO – Sulle pensioni superiori ai 90 mila euro annui (e non 150 mila come inizialmente ipotizzato) sarà applicato un contributo del 6% che andrà a finanziare la sperimentazione del reddito minimo garantito in alcune grandi aree metropolitane. Lo stesso contributo sale al 12% per redditi oltre i 128 mila euro e al 18% per redditi sopra i 193 mila euro. La rivalutazione delle pensioni, infine, resta piena per assegni fino a tre volte il minimo (pari a 495,43 euro mensili), dunque per importi non superiori ai 1.486,29 euro al mese (e non 2 mila euro come proposto), mentre sarà parziale (tra il 90% e il 75%) per le pensioni tra le 3 e le 6 volte il minimo (tra 1.486,30 e 2972,58 euro mensili). Oltre tale soglia non vi sarà alcuna rivalutazione.

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