Le voci sull’aumento affondano Mps

MPS RISENTE DELLE VOCI – Si profilano nuovi passi indietro tra i soci Mps, oggi in calo di quasi 6 punti in borsa a Milano, in vista del futuro aumento di capitale da 3 miliardi che il Cda chiede di poter lanciare già a inizio anno per assicurare il rimborso di 2,5 miliardi di “Monti bond” e il pagamento delle relative cedole, anche in vista degli stress test che la Bce ha avviato sulle principali banche europee. Secondo la stampa Fondazione Mps, socia al 33,5% dell’istituto guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e intenzionata da tempo a cedere una parte della propria partecipazione per ridurre l’indebitamento bancario (350 milioni di euro), sarebbe intenzionata a collocare i titoli sul mercato prima del 27 dicembre, data della prima convocazione dell’assemblea che dovrà dare via libera all’aumento.

FONDAZIONE MPS E UNICOOP FIRENZE VERSO RINUNCIA – L’ultima volta che Palazzo Sansedoni aveva collocato azioni Mps (90 milioni, circa lo 0,77% del capitale) era stato lo scorso febbraio ad un prezzo medio di 0,2376 euro per azione. In vendita potrebbe finire questa volta tra il 12% e il 13,5% del capitale di Mps per ridurre al 20% la partecipazione della Fondazione (che ha già in pegno presso le banche oltre 275 milioni di azioni (il 9,7% di Mps), che in caso di non adesione all’aumento vedrebbe praticamente dimezzata la propria quota residua. Tra gli altri azionisti propensi a non partecipare all’aumento la stampa italiana segnala Unicoop Firenze, titolare del 2,727% di Mps, titoli iscritti a bilancio a 30 centesimi l’uno (oltre che di una quota di obbligazioni convertibili già svalutate per allinearne il valore a quello a cui sono iscritti a bilancio i titoli sottostanti).

SOLO AXA HA GIA’ DETTO DI SI’ – Sul fronte delle adesioni certe finora c’è solo Axa, titolare del 3,72%, che ha già fatto sapere che il rapporto con Siena “resta saldo” e che la compagnia parteciperà alla ricapitalizzazione. Più defilate per ora le posizioni della famiglia Aleotti (proprietari del gruppo farmaceutico Menarini), che acquistarono un 4% di Mps proprio dalla Fondazione Montepaschi a 0,37 euro a titolo per un esborso complessivo di 170 milioni ed hanno sempre detto di considerare l’investimento in ottica di “lungo termine”. Prezzi di carico elevati anche per Rete Spa, “salottino buono” del Nord Est che ha in carico circa lo 0,25% complessivo di Mps a prezzi tra i 41 e gli 80 centesimi per azione.

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