Com’è difficile investire in taglie piccole

BOND A TAGLI PICCOLI – Da alcuni anni parecchie aziende italiane hanno preso la brutta abitudine di emettere obbligazioni solo con tagli da 50 o 100 mila euro, complice anche una normativa molto discutibile, scrive Il Fatto Quotidiano. È il caso per esempio della Fiat, a differenza della francese Peugeot. Ma pure della Buzzi-Unicem, della Piaggio, di Fincantieri ecc. Ne consegue che può diversificare bene anche in tali settori, solo chi possiede un patrimonio cospicuo. Altrimenti l'acquisto di tali prestiti porta a una concentrazione degli investimenti inopportuna.

L'INGANNO – Inoltre i titoli di piccolo taglio di alcune società emittenti rendono meno di quelli di grosso formato: Finmeccanica, Unicredit, Banca Mps ecc. Quando poi non sono gli emittenti o il mercato, ci pensano le banche italiane a mettere i bastoni fra le ruote ai piccoli risparmiatori. Mettiamo che uno, tanto per cambiare, voglia qualche obbligazione assicurativa. Per esempio un'interessante emissione dell'Unipol con scadenza nel 2021, tasso variabile e 1.000 euro di taglio minimo. Mettiamo anche che vada fiducioso allo sportello per comprarne 5 o 10 mila euro, continua il giornale di Antonio Padellaro. Regolarmente si sentirà rispondere che per i titoli trattati sull'euromercato la policy della banca è accettare solo ordini di almeno 50 mila euro. Se per lui sono troppi, subdolamente gli verrà proposto qualche fondo comune.

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