Credit Suisse: restare sovrappesati in Europa

CREDIT SUISSE: LA BCE SOTTOSTIMA LA DEFLAZIONE – “Dopo la previsione “hawkish” sull’inflazione rilasciata la scorsa settimana dalla Bce” gli analisti di Credit Suisse pensano che l’istituto centrale europeo “stia sottostimando le pressioni disinflazionistiche dell’eurozona” e che la Bce potrebbe varare un “quantitative easing” (Qe, acaquisto di bond sul mercato, ndr) “se l’indice Pmi cadesse sotto quota 50, l ‘euro si apprezzasse attorno agli 1,50 dollari o ci fosse un forte shock per quanto riguarda la crescita della Cina”.

RESTARE SOVRAPPESATI IN EUROPA – Gli esperti in una nota continuano a suggerire di rimanere “sovrappesati” sui listini azionari dell’Europa continentale: anche se i multipli in termini di prezzo/utile sono saliti l’Europa a parere degli analisti “ha un maggiore potenziale di crescita degli utili per azione (39% contro il 24% degli Usa nell’arco del prossimo triennio)”, una “genuina ripresa della domanda domestica (che è rimasta indietro rispetto a Usa e Giappone dell’8% dal 2011 a oggi)”, mentre l’appetito per il rischio resta “sotto la media per quanto riguarda le azioni europee”. Tra i vari settori si consiglia un sovrappeso sulle banche, grazie alle attese di “un significativo calo degli accantonamenti”.

BENE INTESA SANPAOLO – In particolare “continuiamo a preferire le banche retail, quelle francesi e quelle italiane” tra cui Intesa Sanpaolo, Societe Generale e ING Groep. Sovrappeso consigliato anche per quanto riguarda i titoli ciclici (avvantaggiati dalla risalita dei rendimenti sui bond statunitensi) e i mercati periferici come l’Italia. E l’euro? “Il differenziale tra i tassi a un mese sul mercato monetario sostiene la forza dell’euro. Ma Draghi prevede che una variazione del 10% dell’euro porti a una differenza di mezzo punto di inflazione (suggerendo la possibilità che la Bce sia pronta ad accettare un indebolimento dell’euro/dollaro sino a circa 1,43)”. Inoltre “Il più forte tono economico statunitense, il potenziale rialzista dei tassi sui bond a due anni in dollari e il picco del surplus di partite correnti europee potrebbero favorire un dollaro più forte”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: