LA MINACCIA – Intorno al referendum per l’indipendenza della Scozia c’è ancora molta incertezza sulll’esito del voto. E intanto il colosso bancario bancario britannico Royal Bank of Scotland ha fatto sapere che, nel caso di una vittoria degli indipendentisti scozzesi al referendum di giovedì prossimo, trasferirà la sua sede in Inghilterra.“Ci sono una serie di significative incertezze legate all'esito del voto in Scozia”, ha sottolineato la stessa Rbs.
PIANI DI EMERGENZA – Per questo motivo la banca “ha intrapreso piani di emergenza per le possibili conseguenze sul business di un Sì al voto. Rbs ritiene che sia la cosa più responsabile e prudente da fare a difesa dei suoi clienti, dipendenti e azionisti”. Nell'ambito del piano di emergenza Rbs ritiene “che sarebbe necessario un trasferimento della sede in Inghilterra”. Questo, comunque, “non avrà alcun impatto sui servizi bancari quotidiani utilizzati dai nostri clienti”. Rbs ha sottolineato comunque che intende mantenere un livello significativo delle sue operazioni e della sua occupazione in Scozia.
GLI ALTRI COLOSSI BANCARI – La pensa in maniera uguale anche Lloyds Banking, detenuta al 25% dal governo del Regno Unito, che ha annunciato che in caso di vittoria del Sì sposterà la sede legale da Edimburgo a Londra, mentre Standard Life ha detto che trasferirà gran parte dei suoi fondi dalla Scozia al resto del Regno Unito per assicurare ai suoi clienti non scozzesi che continueranno a essere coperti dall'autorità finanzaria britannica.