Con Integrated e Prudential gli investitori internazionali tornano sulle rinnovabili italiane, ecco perché

LE ENERGIE RINNOVABILI SONO ANCORA UN BUON AFFARE? – Dopo essere esplosa quasi un decennio fa in scia al varo di sovvenzioni governative, l’industria del fotovoltaico ha conosciuto un inesorabile declino a partire dal 2014 in risposta al taglio dei contributi deciso dal premier Matteo Renzi con il cosiddetto Spalma-incentivi (sulla cui costituzionalità la Consulta si esprimerà nel dicembre prossimo).

Una mossa che ha disorientato gli investitori e che soprattutto ha messo in crisi la redditività di progetti lanciati in anni precedenti.

Ora però qualcosa sembra muoversi nella direzione di un rilancio.

TORNANO GLI INVESTITORI STRANIERI – E’ di pochi giorni fa la notizia di un investimento nel solare italiano da parte di un pool di investitori capeggiato dal gruppo assicurativo britannico Prudential, che con 150 milioni di euro ha contribuito a un nuovo fondo di private equity costituito da NextEnergy Capital per l’acquisizione di parchi solari italiani.

Ora arriva la notizia di un’altra maxi-operazione sul solare italiano da parte di un operatore estero. Integrated Asset Management, società londinese specializzata negli investimenti alternativi, ha infatti acquisito il controllo di un portafoglio di impianti fotovoltaici distribuiti sul territorio nazionale (soprattutto in Puglia), per una capacità complessiva di 34 MegaWatt. Un’operazione alla quale ha preso parte anche il gruppo israeliano Econergy Systems, oltre che il fondo Green Opportunities della Sicav Integrated Investments, che ha investito direttamente nel portafoglio.

COME SI SPIEGA QUESTO RITORNO DI FIAMMA PER IL SOLARE ITALIANO? – Emanuel Arbib, ceo di Integrated, vede una combinazione di fattori: “Siamo convinti – ha spiegato – che la riduzione delle tariffe agevolate accoppiate a un contesto di tassi d’interesse ai minimi possa costituire un ambiente molto attraente per il consolidamento del settore e per il rifinanziamento dei progetti”.

E proprio su quest’ultimo punto pare ruotare la grande occasione del fotovoltaico italiano. La maggior parte degli impianti fotovoltaici in Italia sono stati progettati, finanziati e costruiti tra il 2010 e il 2012 in un contesto di tassi non elevatissimi ma comunque più alti di quelli attuali. La sfida oggi è quella di rinegoziare con successo i tassi che le banche finanziatrici avevano accordato solo alcuni anni. Chi vi riesce può assicurarsi una valorizzazione degli investimenti che dia spazio di rendimento agli investitori.

Insomma, se l’italico balletto delle norme può aver messo fuori gioco gli investitori originari, una nuova schiera di investitori pare essere pronta a prendersi il sole italiano, scommettendo che questo sia davvero il momento giusto per ottenere ritorni adeguati. 

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