Lo spiega, in un articolo apparso sul Guardian, Larry Elliott, che per l’occasione conia anche il neologismo Quitaly, la fusione di quit (lasciare, in inglese) e Italy.
Diversi i motivi che rendono verosimile agli occhi del giornalista britannico una tale ipotesi: il basso tasso di crescita dell’Italia da ormai vent’anni, la sempre minore competitività delle sue esportazioni, l’elevata disoccupazione e l’ancor più alta incidenza dei prestiti non performanti presenti nei bilanci delle banche del Paese.
Nell’impossibilità di praticare svalutazioni competitive a vantaggio delle sue esportazioni, una catena di eventi potrebbe portare l’Italia all’abbandono dell’euro. Questa la dinamica ipotizzata dal Guardian: in caso di nuove crisi bancarie i piccoli investitori non apprezzeranno le regole europee che prevedono che debbano farsi carico di alcune perdite. Il governo di centro-sinistra di Matteo Renzi perderebbe potere e sarebbe rimpiazzato dal Movimento Cinque Stelle, che non ha mai fatto mistero di desiderare un referendum sull’uscita dall’Euro.
“Dato lo stato dell’economia – conclude Elliott – una Quitaly non può essere esclusa. Se succedesse, la moneta unica crollerebbe”.