Mps ancora in rosso, pesano parole Nagel

MPS SOFFRE ANCHE OGGI – Mps, che resta l’unica blue chip in calo, assieme a Recordati, in una giornata che vede prevalere nuovamente gli acquisti sul comparto finanziario, mentre anche i titoli ciclici traggono spunto da dati macro più forti delle attese negli Usa (255 mila nuovi posti di lavoro creati il mese scorso, dato che porta il totale da inizio anno a 1,3 milioni, e disoccupazione che resta al 4,9%) per superare i timori di un eccessivo rallentamento della crescita che possa tradursi in una frenata dei profitti.

IN DODICI MESI -85,5% – Mentre Wall Street va aprendo in rialzo di mezzo punto abbondante rispetto alla chiusura di ieri, a Milano il titolo della banca senese oscilla a 25,65 centesimi per azione, in calo di circa un punto percentuale, con poco meno di 50 milioni di pezzi passati di mano. Negli ultimi dodici mesi il calo supera pertanto l’85,5% mentre la capitalizzazione si riduce a meno di 760 milioni di euro, rendendo sempre più iperdiluitivo il futuro aumento da massimi 5 miliardi di euro cui la banca intende far ricorso nell’ambito del piano approvato dalla Bce che prevede la totale cessione a un veicolo finanziario del portafoglio sofferenze, che verranno poi cartolarizzate.

ACCORDI PRE-UNDERWRITING NON VINCOLANTI – Proprio stamane parlando dell’operazione l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha precisato che gli accordi di pre-underwriting come quello firmato tra Mps e le banche che dovrebbero partecipare al consorzio di collocamento (tra cui Piazzetta Cuccia) non sono per definizione vincolanti. Una precisazione che non è piaciuta al mercato che teme il rischio di esecuzione dell’operazione, specie nel caso la cessione delle sofferenze dovesse incontrare qualche ostacolo rispetto alle ipotesi formulate dalla banca.

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