Agosto 2015: un anno fa il terremoto su Wall Street

Nell’agosto 2015, giusto un anno fa, dopo sei mesi in cui lo Standard&Poor’s 500 esprimeva oscillazioni ridottissime, all’interno di un range compreso tra 2050 e 2130, dal 19 al 24 agosto 2015 si scatenò sull’Indice della Borsa Usa una sequenza di vendite, vere e proprie scosse telluriche, pari ad un crescendo rossiniano: -0,83%, -2,11%, -3,19%, -3,94%, per poi assestarsi progressivamente.

Oscillazioni fuori norma colpirono Future e singoli titoli del calibro di General Electric, tanto da far scattare i cosiddetti Circuit Breaker e da portare il NYSE ad invocare la Rule 48 (potenza degli HFT)

La volatilità del listino statunitense, espressa dal CBOE Volatility Index, analizza Paolo Straudi sul sito www.sofiaconfidential.it,  aveva messo a segno il quinto maggiore rialzo giornaliero della storia (+46,45%), portando la performance a un record settimanale del +118,47%: il valore dell’Indice era talmente compresso da far registrare agli oscillatori il valore più alto degli ultimi 25 anni!

Possiamo predire terremoti di questo genere? La finanza, come abbiamo già visto, è un sistema complesso simile ad altre scienze quali la geologia e quindi prendiamo in prestito la risposta esaustiva del prestigioso ente statunitense United States Geological Survey: “No. Né l’USGS né altri scienziati hanno mai previsto un forte terremoto. Tuttavia, sulla base di dati scientifici le probabilità possono essere calcolate per i potenziali futuri terremoti”.

Statistica, tendenze e cicli sono tool indispensabili per gli operatori finanziari per calcolare quindi le probabilità che si verifichino movimenti violenti sugli Indici, e non per prevedere shock non predicibili.

Come già espresso qualche settimana fa, sull’Indice guida statunitense le probabilità di discese violente risultano in riduzione dall’inizio del 2016 e la ripresa di una tendenza di breve e medio termine (unita ad una ciclicità di lungo termine) ha rafforzato la robustezza dell’analisi, tanto da sconsigliare di aprire posizioni “Corte” su tale Indice… sempre che qualche sistema di High Frequency Trading non ci renda l’estate bollente, conclude Straudi.

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