ITALIA, RIPRESINA A PASSI DA LUMACA – L’economia italiana continua a mostrare segni di apatia e di questo passo solo per tornare ai livelli precedenti la crisi del 2008-2009 (recuperati ormai da tutte le principali economie mondiali) occorreranno 20 anni, ossia fino al 2028 il Pil italiano si manterrà sotto i livelli di quello del 2008. Una fotografia impietosa quella che emerge dalle ultime stime del Centro studi di Confindustria, che torna a chiedere più investimenti per uscire da questa fase di stagnazione secolare.
POCHE SPERANZE PER L’OCCUPAZIONE – In particolare gli esperti di Confindustria hanno limato le previsioni di crescita per il Pil italiano per il 2016 (ora visto a +0,7% da 0,8%) e per il 2017 (+0,5% da 0,6%), confermando le attese per un rapporto deficit/Pil pari al 2,5% nel 2016 e al 2,3% nel 2017 e riducendo il rapporto debito/Pil al 133,3% a fine anno (da 133,4% previsto a luglio), confermandolo in crescita al 134% a fine 2017. Infine il tasso di disoccupazione è visto stabile all’11,5% quest’anno, mentre viene ora stimato all’11,2% (dall’11,1%) nel 2017.
FAVORIRE GLI INVESTIMENTI PRIVATI – La ripresina, oltre che evanescente, resta dunque incapace di generare una consistente riduzione della disoccupazione. A pesare sul quadro aggiornato sembrano in particolare le incertezze politiche a livello nazionale e internazionale. In uno scenario di produzione industriale ferma, e con prestiti a imprese e famiglie che restano in stallo, secondo gli esperti di Confindustria urgono maggiori investimenti, in particolare privati, finora penalizzati.