Piazza Affari indietro tutta, pesano Deutsche Bank, scadenze tecniche e incertezza politica

PIAZZA AFFARI CHIUDE IN ROSSO – Piazza Affari continua a soffrire, complice la caduta di Deutsche Bank (a cui il Dipartimento di Giustizia Usa propone di pagare una maxi-multa da 14 miliardi di dollari per chiudere la causa in corso sulla vendite improprie di securities legate a mutui residenziali) che ha travolto l’intero settore bancario europeo, particolarmente pesante sugli indici nel caso italiano. Così l’indice Ftse Mib ha chiuso a -2,43%, mentre il Ftse Italia All-Share è terminato in rosso del 2,20% e il Ftse Italia Star ha ceduto lo 0,62%.

MPS SEGNA NUOVI MINIMI STORICI – Tra le blue chip di Piazza Affari è riuscita a evitare il segno meno solo Campari (+0,10% a fine giornata), grazie ad un “buy” arrivato dagli analisti di Bank of America Merrill Lynch, mentre Mps è crollata del 6,78% segnando l’ennesimo minimo storico a 20 centesimi per azione, prima di chiudere poco sopra, a 20,77 centesimi. Decisamente pesanti anche Azimut (-6,2%), Mediobanca (-5,7%), Unipol (-5,65%) e Banca Mediolanum (-5,5%).

ESPRINET A PICCO DOPO SEMESTRALE – Non è andata molto meglio neppure a Unicredit (-5,4%), Banco Popolare (-4,8), Bpm e Ubi Banca (-4,5% entrambe) piuttosto che Anima e Banca Generali (appaiate in calo del 4%). Tra i titoli minori si nota il tonfo di Esprinet, che ha chiuso in calo dell’11,3% dopo una semestrale sotto le attese che ha registrato un calo degli utili del 22%. Nel complesso su Piazza Affari oltre alla volatilità del comparto bancario sembrano pesare crescenti timori per la stabilità politica, in vista del referendum costituzionale previsto tra fine novembre e inizio dicembre, oltre alle odierne scadenze tecniche di future e opzioni.

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