Brasile, per ora di ripresa non se ne parla

IL BRASILE RESTA IN CRISI – La crisi del Brasile non dipendeva solo dal presidente Dilma Rousseff e la frenata del credito non sembra destinata ad arrestarsi almeno fino al prossimo anno. Queste in sintesi le conclusioni a cui sono giunti gli analisti di Fitch Ratings che in un’analisi ricordano come nonostante l’incertezza politica sia calata dopo la nomina di Michel Temer quale nuovo presidente del paese latino americano lo scorso 31 agosto, un ritorno alla crescita non è ancora garantito.

SOLO NEL 2017 UNA PRIMA DEBOLE RIPRESA – L’economia brasiliana quest’anno dovrebbe infatti segnare una caduta del Pil del 3,4% dopo il -3,8% segnato già nel 2015, per poi registrare un timido +1% nel corso del 2017. In parallelo l’attività creditizia continuerà a mostrarsi debole, come prova la caduta dell’8,5% segnata dai nuovi prestiti accesi nel corso dei primi sei mesi dell’anno. Aug

CREDITO ANCORA SOTTOTONO – Secondo quanto si legge in una nota a firma di Pedro Carvalho, Esin Celasun e Claudio Gallina, “non è solo che le banche siano riluttanti a prestare, le persone e le imprese non si sentono sicure nel chiedere prestiti in uno scenario difficoltoso con un basso grado di fiducia”. Insomma, per la principale economia emergente latino-americana, quest’ultima parte dell’anno e l’inizio del prossimo potranno comportare un primo consolidamento economico, ma per la ripresa la strada sembra ancora lunga e non del tutto priva di ostacoli.

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