Citigroup: Trump e tassi Usa, incertezze che sostengono l’oro

TRUMP E RIALZO TASSI GIOCANO A FAVORE DELL’ORO – La crescente probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve a dicembre, qualsiasi sia il risultato delle elezioni presidenziali di novembre, e una più elevata possibilità che il successore di Barack Obama sia Donald Trump (40% di probabilità contro il 35% stimato a giugno) portano gli analisti di Citigroup a non escludere un ulteriore rialzo delle quotazioni dell’oro nell’ultimo trimestre dell’anno.

DA INIZIO ANNO RIALZO DEL 26% – Da inizio anno il metallo biondo ha già visto aumentare del 26% il proprio valore, rimbalzando dai minimi degli ultimi tre anni, anche approfittando del fatto che uno scenario di tassi pari a zero o negativi hanno aumentato l’appetito per il rischio degli investitori, mentre la crescente incertezza dello scenario politico, ad esempio a causa del risultato del referendum britannico dello scorso giugno che ha dato via libera alla Brexit, induce parte del mercato a prendere profitto dai listini azionari e guardare a investimenti alternativi come l’oro.

CON TRUMP CRESCEREBBE VOLATILITA’ A BREVE – “Ci attendiamo che una vittoria di Trump – scrivono gli esperti di Citigroup in un report – porti a maggiore volatilità sull’oro e sui cambi, cosa che a sua volta dovrebbe portare a più elevati volumi (di scambio, ndr) anche su altri metalli preziosi”. Secondo Citigroup l’oro potrebbe toccare entro tre mesi quota 1.350 dollari l’oncia, mentre a 6-12 mesi tornerebbe a oscillare attorno ai 1.270 dollari l’oncia. Oggi il metallo prezioso sale di 3,5 dollari rispetto alla chiusura di venerdì scorso portandosi a 1.345,2 dollari l’oncia.

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