Fitch vede rallentamento in atto per crescita paesi sviluppati

CRESCITA PIU’ BLANDA NEGLI USA – I rischi di un rallentamento della crescita dei paesi sviluppati sono aumentati in questi mesi secondo gli esperti di Fitch Ratings, che hanno tagliato in un report le previsioni di crescita degli Usa per il 2016 da +1,8% a +1,4%. Si tratterebbe del tasso di crescita minore dal 2009, in buona misura legato al rallentamento del settore petrolifero.

QUADRO DELUDENTE ANCHE IN EUROPA – Anche altri importanti mercati sviluppati preoccupano tuttavia gli esperti di Fitch Ratings: la crescita di Eurolandia sembra aver toccato il suo picco già nel primo semestre dell’anno e dunque rischia di decelerare nuovamente, mentre in Gran Bretagna e Giappone non si nota alcuna accelerazione nonostante i notevoli sforzi compiuti dalle autorità monetarie dei due paesi.

PAESI SVILUPPATI A RISCHIO RALLENTAMENTO – Così Fitch Ratings prevede che la crescita dei paesi sviluppati nel triennio 2016-2018 difficilmente raggiungerà il già deludente +1,5% di crescita media annua visto tra il 2011 e il 2015. La crescita del populismo visto in molti paesi avanzati, temono gli esperti, potrebbe essere precursore di un crescente protezionismo di ritorno così come le crescenti tensioni disgregatrici in Eurolandia, entrambi trend che incrementerebbero l’incertezza e minerebbero le prospettive per gli investimenti del settore privato.

POLITICA BANCHE CENTRALI SEMPRE MENO EFFICACE – Allo stesso tempo la capacità delle banche centrali di controbilanciare shock avversi alla crescita potrebbe venir meno, dato che le implicazioni per la redditività delle banche di uno scenario di tassi bassi o negativi, la crescente difficoltà ad annunciare nuovi programmi di quantitative easing, la riduzione delle rendite per i risparmiatori e le distorsioni di mercato rendono sempre più complicato trasferire gli impulsi di politica monetaria all’economia reale.

MERCATI EMERGENTI, QUALCOSA MIGLIORA – Qualche migliore prospettiva sembra esserci (nonostante la correlazione storicamente negativa con una prospettiva di rialzo dei tassi Usa, ndr) per i mercati emergenti, con l’economia cinese che sembra stare riaccelerando, le prospettive economiche della Russia che vanno quanto meno stabilizzandosi e il rinnovato focus per una riforma fiscale in Brasile che supporta una ripresa della fiducia che a sua volta dovrebbe aiutare a stabilizzare lo scenario economico da qui a fine anno.

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